L’acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale e può contenere sostanze radioattive di origine artificiale. ARPA esegue da anni controlli sulle acque destinate al consumo umano al fine di escludere possibili rischi per la salute coerentemente alla normativa italiana ed europea vigente. I controlli sono effettuati in continuo sull’acqua di rete di tre città (Milano, Bergamo e Sondrio), mentre campagne di misura più estese sono state condotte sull’intero territorio regionale.
ARPA Lombardia effettua da diversi decenni un monitoraggio in continuo in tre punti degli acquedotti di Milano, Bergamo e Sondrio, misurando l’attività gamma su elevati volumi di acqua adeguatamente concentrati. Si è aggiunto, nel 2015, un quarto punto rete nella città di Brescia, ubicato presso i laboratori dell’acquedotto locale (A2A) e gestito in collaborazione. Nel punto rete di Milano viene inoltre misurata mensilmente l’attività alfa e beta totale. La sensibilità sperimentale, in termini di limite di rivelazione, per quanto riguarda il cesio 137 è di circa mille volte inferiore alla sensibilità richiesta per legge perché lo scopo non è solo quello di verificare la salubrità dell’acqua da un punto di vista radiometrico ma di avvistare in modo precoce qualsiasi fenomeno di inquinamento antropico della falda.
Il tema della radioattività nelle acque potabili è approfondito nella sezione dedicata. in cui si riportano anche i risultati delle campagne di monitoraggio effettuate sugli acquedotti lombardi.
Fig.1 : Punti di prelievo in continuo e monitoraggio acque di rete
Le conclusioni
La radioattività presente nelle acque potabili lombarde è di origine naturale, ed è dovuta prevalentemente agli isotopi dell’uranio. I livelli misurati sono tali che si ha sempre il rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, sia europea che nazionale. Una nuova Direttiva Europea (2013/51/Euratom), recepita dal D. Lgs. 31/2016 puntualizza i requisiti radiometrici richiesti alle acque potabili, ARPA Lombardia sta avviando pertanto una nuova campagna regionale di monitoraggio che ne applica i criteri; i dati ottenuti, riportati nella sezione di approfondimento, sino ad ora appaiano del tutto tranquillizzanti.