Rete di Monitoraggio
La definizione dello Stato Chimico delle Acque Sotterranee è basata sul monitoraggio delle seguenti tipologie di sostanze:
- Inquinanti soggetti a standard di qualità (SQA) individuati a livello comunitario (Tabella 2, Allegato 3 – D.Lgs. 30/09 e smi DM 6 luglio 2017);
- Inquinanti soggetti a valori soglia (VS) individuati a livello nazionale (Tabella 3, Allegato 3 – D.Lgs. 30/09 e smi DM 6 luglio 2017).
Il D.Lgs. 30/09 ha portato ad integrare i profili analitici mediante la ricerca di alcune sostanze in precedenza non previste dalla precedente normativa. I parametri chimici monitorati sono raggruppabili nelle seguenti categorie:
- Parametri generali
- Metalli
- Inquinanti inorganici
- Policiclici aromatici
- Alifatici clorurati cancerogeni
- Alifatici clorurati non cancerogeni
- Alifatici alogenati cancerogeni
- Nitrobenzeni
- Clorobenzeni
- Pesticidi
- Diossine e furani
- Composti organici aromatici.
- Composti perfluorati
La definizione delle reti di monitoraggio di
Sorveglianza e
Operativo determina l’attribuzione ai corpi idrici che ne fanno parte di specifici programmi di monitoraggio che si differenziano per durata, componenti monitorate e frequenze.
In Regione Lombardia sono stati individuati 27 corpi idrici sotterranei (GWB) appartenenti alle tre idrostrutture ISS, ISI e ISP e 21 Acquiferi locali. La rete di monitoraggio acque sotterranee di ARPA Lombardia consta di 421 punti di monitoraggio relativi alla rete quantitativa e 500 punti di monitoraggio relativi alla rete qualitativa.
Come sono stati selezionati i siti di monitoraggio?
L’allegato 4 del D.Lgs. 30/09 indica i criteri per la selezione dei siti di monitoraggio per la rete di monitoraggio qualitativa e quantitativa. In termini generali la selezione, l’ubicazione e la densità dei siti devono essere basate sul modello concettuale, formulato sulla base delle caratteristiche idrogeologiche e delle pressioni esistenti, e possono essere supportate dalle seguenti informazioni:
- dati esistenti su qualità e quantità;
- caratteristiche dei siti di monitoraggio esistenti e regime delle estrazioni;
- distribuzione spaziale dei siti di monitoraggio esistenti in rapporto alle dimensioni del copro idrico sotterraneo sulla base di criteri geometrici ed in conformità alle indicazioni nazionali;
- utilizzo delle risorse idriche sotterranee in modo da privilegiare il controllo nelle aree di maggiore sfruttamento;
- criteri di rischio e di prevenzione, spostando l’attenzione sugli acquiferi più superficiali, essendo gli stessi maggiormente vulnerabili e data la necessità di disporre di un sistema di controllo che possa permettere di intervenire tempestivamente in caso di contaminazione della falda superficiale nel tentativo di impedire la propagazione agli acquiferi profondi;
- criteri di tipo economico (reti già esistenti sul territorio);
- rappresentatività e appartenenza univoca dei punti di monitoraggio agli acquiferi –punti di monitoraggio monofalda - significatività e omogeneità/variabilità;
- caratteristiche degli acquiferi e della loro evoluzione temporale oltreché fattori locali di variabilità (orografia, utilizzo del territorio, composizione del suolo e del sottosuolo, densità della popolazione etc.) e le relative influenze con la falda superficiale.
- criteri logistici basati su considerazioni relative alla accessibilità anche su lungo termine e alla sicurezza.
Inoltre i siti devono fornire campioni rappresentativi della qualità del copro idrico e delle pressioni su di esso gravanti.