Con l’entrata in vigore della Direttiva
2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque) che ha istituito un
quadro per l’azione comunitaria in materia di acque e la pubblicazione delle linee guida “Common Implementation Strategy for the Water Framework Directive (2000/60/EC)” ad essa riferite, è stata posta al centro dell’attenzione l’analisi dell’intero ecosistema acquatico, a partire dallo studio della composizione e abbondanza delle comunità vegetali e animali che lo costituiscono.
In Italia la Direttiva comunitaria è stata recepita con il Decreto Legislativo 3 aprile
2006, n. 152 "Norme in materia ambientale", in particolare nella parte terza
“Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche”. Il D.Lgs. 152/2006 ha recepito la Direttiva Quadro sulle Acque demandando la descrizione degli aspetti operativi ad atti successivi, di seguito indicati:
- Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 14 aprile
2009, n. 56 “Regolamento recante
criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante - Norme in materia ambientale -, predisposto ai sensi dell’art. 75 comma 3, del decreto legislativo medesimo”;
- Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 8 novembre
2010, n. 260 “Regolamento recante i
criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell’art. 75, comma 3 del decreto legislativo medesimo”;
- Decreto Legislativo 10 dicembre
2010, n. 219 “Attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a
standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché' modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della direttiva 2009/90/CE che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque;
- Decreto Legislativo 13 ottobre
2015, n. 172 “Attuazione della direttiva 2013/39/UE, che modifica le direttive 2000/60/CE per quanto riguarda le
sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque”.
Con l’entrata in vigore della Direttiva Europea
2006/118/CE, riguardante la
protezione quantitativa e qualitativa delle acque sotterranee, è stato delineato il nuovo approccio da seguire per la caratterizzazione dei corpi dirci sotterranei. La 118/06 infatti, istituisce misure specifiche per prevenirne l’inquinamento e il deterioramento quantitativo delle acque sotterranee, ha come obiettivo quello del raggiungimento del buono stato sia chimico sia quantitativo dei corpi idrici sotterranei, di definire standard di qualità e valori soglia delle sostanze inquinanti nelle acque e di definire inoltre i programmi di monitoraggio dello stato sia qualitativo sia quantitativo.
In Italia la Direttiva Europea 2006/118/CE è stata recepita con il Decreto Legislativo
30/2009 “Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione elle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento che quindi fornisce
i criteri tecnici per l’individuazione dei corpi idrici sotterranei, la loro classificazione ed il rispettivo monitoraggio.
- il Decreto Ministeriale n.
260/2010 prevede, per le acque sotterranee, una fase conoscitiva in cui si deve ricostruire il
“modello idrogeologico” del corpo idrico, con “particolare riferimento ai rapporti di eventuale intercomunicazione tra i diversi acquiferi e tra le acque superficiali e le acque sotterranee”.
- il Decreto Ministeriale
6 luglio 2016 “Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l’allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”
modifica e integra il D.Lgs. 30/2009
- Decreto Ministeriale del
28 luglio 2004 –
linee guida per il calcolo del bilancio idrico; Linee guida per la predisposizione del bilancio idrico alla scala di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale, di cui agli articoli 95 e 96 del D.Lgs 152/2006” .
PdGPO Piano di Gestione. Il piano di Gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.lgs 152/06 e ss.mm.ii, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico.
PTA Piano di Tutela delle Acque. La Regione Lombardia, con l'approvazione della Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 e s.m.i. ha indicato il Piano di Tutela delle Acque come strumento per la pianificazione della tutela qualitativa e quantitativa delle acque. Il Piano è redatto in coerenza con gli atti di pianificazione di distretto idrografico. Il PTA è costituito da un atto di indirizzi e da un Programma di tutela ed uso delle acque (PTUA)