Rete di Monitoraggio
Per le Acque Superficiali (corsi d'acqua e laghi/invasi), sulla base di quanto previsto dalla normativa di settore (D. Lgs.152/99, sostituito dal 2009 dal D. Lgs.152/2006 e relativi Decreti Attuativi) al fine del calcolo dello Stato Ecologico e dello Stato Chimico, vengono monitorati, secondo le frequenze di legge:
- Una serie di parametri chimico-fisici, tra cui i cosiddetti “parametri di base” (pH, solidi sospesi, temperatura, trasparenza, conducibilità, durezza, azoto ammoniacale, azoto nitrico, ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto totale, orto fosfato, cloruri, solfati, fosforo totale, Escherichia Coli); parte di questi concorrono alla determinazione degli indici LIMeco (per i corsi d'acqua) e LTLeco (per i laghi).
- Una serie di altri inquinanti chimici costituiti in prevalenza da metalli, pesticidi, solventi e IPA, che concorrono al calcolo dello Stato Chimico e in parte nell’indicatore Elementi chimici a sostegno.
- Gli elementi di qualità biologica che riguardano: Macroinvertebrati, Macrofite, Diatomee, Fitoplancton e Fauna ittica.
Allo stato attuale, in Regione Lombardia sono stati identificati 679 corpi idrici fluviali di cui 578 di origine naturale e 101 artificiali e 54 corpi idrici lacustri di cui 29 naturali, 24 fortemente modificati e 1 artificiale.
La rete di monitoraggio dei corpi idrici fluviali consta di 367 siti di monitoraggio ubicati su 357 corpi idrici, di cui 257 in monitoraggio operativo e 110 in monitoraggio di sorveglianza.
La rete di monitoraggio dei corpi idrici lacustri è composta da 40 siti di monitoraggio ubicati su 38 corpi idrici, di cui 28 in monitoraggio operativo e 12 in monitoraggio di sorveglianza.
ARPA Lombardia ha in essere due accordi interregionali attivi:
- Accordo con la Regione Piemonte dedicato al monitoraggio e alla classificazione condivisa del Lago Maggiore e del Fiume Ticino.
- Accordo con la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento e Bolzano volto al monitoraggio e classificazione del Lago di Garda e Fiume Mincio.
Corsi d’acqua
Come sono stati selezionati i corpi idrici da monitorare?
A seguito di approfondimenti dell’analisi delle pressioni e di integrazioni alle informazioni sullo stato dei corpi idrici superficiali, sono state individuate le categorie di rischio per tutti i corpi idrici regionali individuati e assegnati agli stessi gli obiettivi di pianificazione, rendendo possibile attribuire ai vari corpi idrici la tipologia di monitoraggio adeguata (monitoraggio operativo o monitoraggio di sorveglianza)
Per la definizione del primo programma di monitoraggio di sorveglianza, la selezione dei corpi idrici rappresentativi dello stato ambientale delle acque del bacino o sottobacino idrografico è stato il risultato di una valutazione integrata e multifattoriale effettuata in base ai seguenti criteri:
- prossimità alla chiusura di bacino e dei principali sottobacini;
- mantenimento della rappresentatività dei vari tipi fluviali individuati per ogni sottobacino;
- significatività dal punto di vista del flusso idrico;
- significatività nella definizione delle condizioni di riferimento e/o inseribili nella rete nucleo di cui al punto A.3.2.4 del D.M 56/2009;
- utilizzo ai fini dell’approvvigionamento idropotabile con particolare riferimento a quelli con prelievi giornalieri superiori a 100 m3/d;
- presenza di interesse locale e/o inclusi in aree protette SIC/ZPS;
- identificati nel quadro della decisione 77/795/CEE sullo scambio di informazioni;
- presenza di volume d'acqua significativo nell'ambito del bacino idrografico, compresi i grandi laghi e laghi artificiali;
- valutazione della quantità d'inquinanti trasferiti attraverso le frontiere italiane con altri Stati e nell'ambiente marino
Per la definizione del programma di monitoraggio operativo sono stati considerati i corpi idrici a rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali e/o nei quali vengono scaricate e/o immesse e/o rilasciate e/o presenti sostanze riportate nell’elenco di priorità di cui al punto A.2.6 del DM 260/2010. Per questi corpi idrici si è inoltre operato il raggruppamento, secondo le indicazioni fornite dal DM 260/2010, individuando e sottoponendo a monitoraggio solo i corpi idrici rappresentativi del raggruppamento. I criteri seguiti per effettuare tale operazione, hanno preso in considerazione:
- appartenenza allo stesso sottobacino idrografico;
- appartenenza alla stessa categoria ed allo stesso tipo fluviale;
- presenza di pressioni analoghe per tipo, estensione ed incidenza
- attribuzione del medesimo obiettivo di qualità da raggiungere.
Come sono stati selezionati i siti di monitoraggio?
Sulla base dei criteri generali fissati dal DM 260/2010, la selezione delle stazioni è il risultato di una valutazione multifattoriale effettuata in base ai seguenti principi:
- almeno una stazione ubicata in chiusura di corpo idrico;
- valutazione della rappresentatività della stazione di monitoraggio;
- per esempio, per alcuni corpi idrici tributari dei grandi laghi, per ovviare all’eventuale scarsa rappresentatività di una stazione posizionata in chiusura di bacino che potrebbe portare a una sottostima dello stato ecologico, essendo il tratto di fondovalle spesso interessato da zone urbane, sono state identificate due stazioni di monitoraggio:
- una in chiusura di bacino con monitoraggio dei soli elementi fisico-chimici e chimici;
- l’altra in un sito ubicato più a monte con monitoraggio degli elementi biologici e degli elementi fisico-chimici e chimici;
- adeguata distanza da immissioni e/o prelievi;
- mantenimento della serie storica per il monitoraggio chimico utilizzando stazioni di monitoraggio ex D.Lgs. 152/1999, qualora adeguate al monitoraggio delle componenti biologiche: l’ubicazione del punto per il monitoraggio biologico può trovarsi nell’intorno di 1 km a monte e a valle del punto di campionamento chimico; in caso contrario la stazione di monitoraggio chimico viene collocata in un tratto idoneo anche al monitoraggio biologico;
- possibilità di esecuzione dei campionamenti degli elementi di qualità biologica in condizioni ambientali adeguate;
- considerazioni logistiche e di sicurezza degli operatori.
Laghi e invasi
Come sono stati selezionati i corpi idrici da monitorare?
Per definire la rete di monitoraggio, secondo quanto previsto dal DM131/2008, sono stati presi in considerazione tutti i laghi e gli invasi:
- con superficie 0,5 km2
- che soddisfano uno o più criteri indicati nel punto B.3.5.1 dello stesso Decreto.
Assegnate, come per i corpi idrici fluviali, le categorie di rischio ai corpi idrici lacustri così individuati e assegnati agli stessi gli obiettivi di pianificazione, è stata individuata la tipologia di monitoraggio (operativo o sorveglianza).
Tutti i laghi naturali sono stati inseriti nella rete di monitoraggio, mentre la selezione degli invasi da monitorare è stata effettuata considerando come criterio anche la difficoltà di campionamento (altitudine, difficoltà di trasporto persone e mezzi, copertura di ghiaccio, ecc.).
Come sono stati selezionati i siti di monitoraggio?
Sulla base dei criteri generali stabiliti al punto A.3.4 del DM 260/2010, per ogni corpo idrico selezionato per il monitoraggio è stato individuato un punto di monitoraggio operando in modo tale da:
- mantenere le stazioni di monitoraggio con serie storiche ex D.Lgs. 152/1999 qualora ritenute adeguate al monitoraggio delle componenti biologiche
- prevedere, ove necessario, più di una stazione per i corpi idrici dei grandi laghi, in considerazione delle caratteristiche fisiche naturali, le pressioni incidenti e lo stato di qualità
- garantire la possibilità di esecuzione dei campionamenti degli elementi di qualità biologica in condizioni ambientali adeguate e sulla base di valutazioni logistiche
- garantire la sicurezza degli operatori.