Descrizione del dissesto |
L’abitato di Paisco, posto lungo la strada statale del Passo del Vivione, sorge su un terrazzo morfologico di ristrette dimensioni ad una quota compresa fra 830 e 870 metri s.l.m., circa 170 metri al di sopra dell’alveo del Torrente Allione. Come riportato in “Frane di Lombardia”, lungo il tratto di versante dove sorge Paisco i fenomeni di dissesto sono diffusi e riconducibili a crolli rocciosi, frane per scivolamento e colate detritiche incanalate a monte dell’abitato, scivolamenti della copertura detritica e crolli a valle. Le colate, che coinvolgono le coltri superficiali, si attivano nei periodi di forti precipitazioni incanalandosi negli impluvi. I crolli di blocchi rocciosi interessano il substrato alterato e decompresso, dove sono presenti fratture aperte e continue. Questi fenomeni avvengono principalmente lungo le scarpate a monte degli abitati, dove stati misurati blocchi fino a 20m3, e lungo i versanti ai piedi dei centri abitati, dove agiscono il ruscellamento diffuso, lo scalzamento al piede ad opera del T. Allione e il forte grado di alterazione degli ammassi rocciosi.
A partire dagli anni ’80 si sono avuti nel territorio comunale numerosi eventi franosi legati a periodi di prolungate ed intense precipitazioni, eventi che hanno comportato anche l’interruzione della strada della Valle di Scalve per colate detritiche, in più punti del territorio comunale. A monte dell’abitato si sono avute nel 1990 cadute di blocchi rocciosi che hanno raggiunto la ex Strada Statale e le case di Paisco. Nel 1996-97 sempre a Paisco alcune abitazioni sono state evacuate.
Una riattivazione dei fenomeni franosi è stata registrata nel 2000 e nel 2002, in concomitanza con importanti eventi piovosi. Dal 2002 non si sono più avuti importanti fenomeni di riattivazione dei dissesti. L’elemento di maggiore impatto è costituito dalle lesioni di molti edifici. A Paisco nel 2009 gli edifici con lesioni erano circa 25, per la maggior parte concentrati nella parte centrale della frazione, dove è stata realizzata la rete di monitoraggio.
I più recenti dati interferometrici unitamente ai primi dati acquisiti dalla strumentazione geotecnica di Arpa CMG confermano movimenti annui subcentimetrici
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