Rischi naturali
Periodo di riferimento: 2020
ANALISI METEO-NIVO-VALANGOLOGICA SULLE MONTAGNE LOMBARDE
STAGIONE INVERNALE 2020-2021
“Una stagione di innevamento oltre la media: abbondanti nevicate invernali e una delle primavere più fresche degli ultimi 60 anni”
Stagione iniziata molto presto con una prima e intensa fase di maltempo tra il 2 e il 3 ottobre, giorni in cui una grossa depressione sul Mediterraneo convoglia correnti molto umide e perturbate in direzione delle Alpi portando neve abbondante oltre i 2600-2800m e accumuli in quota di 60 e 80 cm. A fine ottobre, in seguito anche al contributo di una seconda perturbazione intensa tra il 26 e il 27 che produce ulteriori 40-80 cm, si ha già un accumulo di 110-130 cm. “Un inizio annata scoppiettante”.
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A novembre, periodo caratterizzato da anticicloni atlantici e mediterranei, una fase di stasi senza nuovi accumuli.
Dicembre si presenta invece un mese piuttosto “movimentato”. Uno spiccato episodio tra il 1 e il 6 dicembre di intense nevicate porta accumuli forti o molto forti sulle Alpi (50-80cm) e sulle Prealpi lombarde (40-60cm) e moderati sulla pianura con neve fino a bassa quota. Il bollettino riflette di conseguenza la situazione con indice di pericolo che passa a 4 FORTE su Retiche, Adamello e Orobie Centrali, 3 MARCATO sui restanti settori con attivazione del Centro Funzionale. Le imponenti nevicate innescano diversi distacchi: una valanga interessa la strada, già preventivamente chiusa al traffico, che porta a Bazena (Passo Crocedomini) mentre vengono segnalati anche degli scaricamenti in Val Chiavenna a Madesimo.
Si succede una fase più stabile con temperature nettamente più miti (quasi autunnali!). A fasce altimetriche medio/basse si rilevano i primi movimenti di reptazione “bocche di balena” mentre in quota processi di assestamento e consolidamento del manto. Il tempo inizia a cambiare proprio nella giornata di Natale quando una profonda depressione artica porta nuovi correnti in quota e, in particolare tra il 27 e il 28 dicembre, nuovi apporti nevosi sopra i 1400m tra i 30 e i 50 cm. Vengono segnalate alcune valanghe lungo la SS36 in zona Madesimo.
Anche gennaio si presenta come un mese ricco di nevicate. La situazione perturbata di fine anno prosegue sulla parte occidentale e centrale della regione anche durante i primi giorni di gennaio. Questa porta tra il 1 e il 4 gennaio neve molto fredda, facilmente trasportabile dal vento. La presenza del vento in quota provoca l’accumulo in zone sottovento e la formazione di lastroni di medie e grandi dimensioni.
Segue una settimana caratterizzata da temperature molto basse in cui di notte si registrano le temperature più estreme della stagione con -24°C a Livigno e fino a -27°C a S. Caterina Valfurva paese.
Tra il 12 e il 16 gennaio, forti correnti da Nord determinano condizioni di stau sui versanti nordalpini e foehn in particolare su Orobie e Prealpi. Sui settori retici si registrano 20-50 cm (Livigno) di neve fresca. I venti forti causano erosione di creste e dorsali e accumuli e lastroni molto importanti in canali ed avvallamenti che risultano molto instabili soprattutto nel comprensorio di Livigno. Si staccano valanghe spontanee di grandi dimensioni. Ancora un terzo episodio tra il 21-23 gennaio porta nuovi accumuli per cui il grado di pericolo viene innalzato a 4 FORTE. Contemporaneamente a questa “botta di nevicate” si verificano alcuni incidenti e purtroppo la prima vittima (un ragazzo 22enne con la motoslitta nella zona del Mortirolo).
Anche febbraio rimane un mese in cui tenere alta l’attenzione dato il grado di pericolo. Tra il 6 e l’8 febbraio una perturbazione proveniente dal Sahara deposita con neve e pioggia la sabbia desertica che colora in modo importante la superficie del manto nevoso. Il rialzo termico e l’umidità provocano molti distacchi spontanei di neve umida/bagnata e valanghe di grandi dimensioni quasi “primaverili”.
Nuove nevicate con accumuli tra i 15 e i 30 cm tra il 9 e il 10 febbraio.
A marzo si tira un pochino “il fiato” senza che si registrino nuove nevicate intense.
Ad aprile deboli episodi a inizio mese e tra l’11 e il 13 aprile che determinano accumuli di moderata entità.
Maggio, mese con continui apporti meteorici sul territorio regionale, superiori al valore medio mensile (sia del periodo 1908-2003 che 2006-2020) sulla pianura orientale e sui rilievi. Gli apporti nevosi del mese, registrati oltre i 2000m, contribuiscono a mantenere lo spessore della coltre nevosa e dunque la riserva idrica immagazzinata sottoforma di SWE (snow water equivalent).
Si conclude quindi una stagione nel complesso molto buona i cui valori di innevamento e SWE, se non da “record”, sono comunque degni di nota.
Per quanto concerne invece il numero degli incidenti in valanga sulle montagne lombarde, la stagione invernale 2020-2021 si colloca “nella norma”. Questo nonostante la concomitanza dell’abbondante innevamento e la chiusura degli impianti di risalita a causa dell’emergenza COVID-19 abbia evidentemente portato ad una ondata di nuovi frequentatori della montagna e della pratica dello scialpinismo e delle racchette da neve.
Senza analizzarli nel dettaglio, ecco in termini numerici la sintesi dei 18 incidenti noti registrati: 26 travolti, 15 illesi, 8 feriti e 3 vittime.
Approfittiamo di questa occasione per ricordare che frequentare la montagna necessita di opportune conoscenze, valutazioni, scelte, preparazione e attrezzature. La mancanza di esperienza e di conoscenza porta ad una sottovalutazione del pericolo e ad una errata percezione del rischio andando incontro a potenziali incidenti. E’ quindi fondamentale programmare l’uscita informandosi sulle condizioni della neve (previsioni meteo, bollettini valanghe, etc..), il possedere una buona forma fisica, le capacità tecniche e gli appositi attrezzi e sistemi di autosoccorso. Possedere pala, Artva e sonda risulta inutile se, in caso di valanga, non li sappiamo usare!
FRANE
L’attività del Centro di Monitoraggio Geologico di Arpa Lombardia, nell’annualità 2020, è risultata caratterizzata da un’intensa e prolungata fase emergenziale che ha impegnato i tecnici parallelamente alle routinarie attività di progettazione, controllo, raccolta e validazione dei dati delle 44 aree di frana monitorate.
A partire dalla seconda metà di maggio, a causa delle forti piogge, l'area di frana ha evidenziato una riattivazione dei movimenti fino a portare, il 10 giugno, alla segnalazione da parte dei tecnici di Arpa del superamento di soglia per moderata criticità e dando luogo, sulla parete sorvegliata dalle strumentazioni del CMG, a significativi movimenti coinvolgenti in particolare il detrito a valle della nicchia bassa, per una superficie pari a circa 20.000 mq con velocità oltre i 30 cm/giorno (fino ad arrivare a picchi di 90 cm in alcuni punti dell'area in scivolamento) ed una fascia più ampia di circa 50.000 mq, dove si sono registrate velocità superiori a 8-10 cm/giorno, tali da superare la soglia di elevata criticità nella serata del giorno 11 giugno.
Le fasi di moderata ed elevata criticità, comportanti il presidio della Sala Operativa del CMG, si sono protratte per 115 giorni (durante i quali alcune aree hanno raggiunto velocità di oltre 200 cm/giorno), concludendosi con il rientro dei valori di spostamento sotto i livelli di allerta martedì 13 ottobre. Risulta significativo segnalare come, in questo periodo, siano emerse criticità per superamento di valori di soglia anche per alcune aree nelle province di Brescia e Como; trattasi in particolare, dell'area in dissesto di Paisco - Grumello (BS, dal 3 all’8 ottobre) e della frana di Madonnina Macialli a Gera Lario (CO, dal 28 al 31 agosto ed il 3 ottobre) che hanno superato le relative soglie di moderata criticità e di Pal di Sonico (BS, dal 3 all’8 ottobre), dissesto registrante spostamenti cumulati superiori a 2.5 metri a partire dai primi di settembre e sino a dicembre.
Nel rispetto del Manuale Operativo sottoscritto con Regione Lombardia, l’attività del CMG in fase di criticità ha comportato innanzitutto, mediante appositi moduli, la comunicazione alla Sala Operativa di Protezione Civile regionale del superamento di soglia di criticità e, per tutto il periodo emergenziale, l’effettuazione (anche grazie all’ausilio delle Guide Alpine collaboranti col CMG) di sopralluoghi e misure straordinarie atte a valutare la situazione, nonché la predisposizione ed l’invio alla SOPC di brevi relazioni di aggiornamento quotidiane sulla situazione basate sui dati processati in tempo reale e sulle risultanze di suddetti sopralluoghi.
Si ricorda come il superamento delle soglie di moderata ed elevata criticità, insieme agli scenari associati, comportino azioni da parte degli enti locali per la protezione della popolazione e del territorio; nel caso specifico del dissesto del Ruinon, per esempio, la chiusura al traffico della SP29, sulla quale incombe la frana.
Il
Centro Monitoraggio Geologico (CMG) nasce nell’autunno
1987 a seguito degli eventi calamitosi occorsi in Valtellina durante la precedente estate, col fine di controllare i maggiori dissesti nel territorio lombardo. Fino al 2003 il Centro è stato alle dirette dipendenze di Regione Lombardia, successivamente, in virtù delle funzioni assegnate dalla Regione con la Legge 16/99, viene trasferito ad ARPA Lombardia.
Il Centro Monitoraggio Geologico è ubicato presso la Sede Territoriale della Regione Lombardia di Sondrio ed è attivo 7 giorni su 7 negli orari d’ufficio (con tecnici reperibili h24) e in caso di necessità, a seguito di preallarme o allarme meteo o per segnalazioni provenienti dalla rete di monitoraggio geotecnico, può organizzare un presidio continuativo.
Le tecniche di monitoraggio, sia automatiche che manuali, comprendono misurazioni su diversa strumentazione: geotecnica (estensimetri, distometri, assestimetri, inclinometri e piezometri), idrometeorologica (precipitazione, temperatura, livello idrometrico), topografica (mire ottiche, GPS) e radar.
I dati di monitoraggio raccolti via radio, Gprs, Satellite o manualmente vengono analizzati, validati e pubblicati sul sito internet del Centro, dove è possibile la consultazione degli stessi.
Periodicamente viene pubblicato dal Centro un rapporto riassuntivo dei dati rilevati nelle varie aree. Tutto il materiale prodotto e raccolto sui dissesti monitorati è consultabile presso la Biblioteca del Centro di Monitoraggio Geologico di Sondrio.