ARPA Lombardia - Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente

Radioattività

I BOSCHI

Funghi, bacche, muschi e selvaggina

Gli ecosistemi naturali e semi-naturali, foreste e superfici boschive sono in genere l'habitat naturale di animali selvatici, di bacche e di funghi.
Alcuni organismi tipici dei boschi e delle montagne, come i funghi, si comportano come “spugne”, concentrando e fissando i contaminanti e sono degli utili indicatori dello stato dell’ambiente. Anche gli animali selvatici, come ad esempio i cinghiali, che si nutrono di ciò che cresce nei boschi possono concentrare i contaminanti radioattivi.
Per questi motivi, anche se si tratta di prodotti che di norma hanno un consumo piuttosto limitato, ogni anno viene realizzata in tutta la regione una campagna per il controllo della radioattività nei prodotti del bosco: funghi, frutti di bosco e selvaggina.

Un altro utile indicatore dello stato di contaminazione degli ambienti naturali sono i muschi che come i funghi si comportano come “spugne” e possono essere utilizzati per mappare lo stato di contaminazione di un territorio.


  • Radioattività e ambiente selvatico

    Gli ecosistemi naturali e semi-naturali quali le foreste e le superfici boschive sono l'habitat naturale di animali selvatici, di muschi, di bacche e di funghi; tali ecosistemi tendono a trattenere i radionuclidi provenienti dalle ricadute atmosferiche in uno scambio ciclico tra gli strati superiori del suolo (strame), batteri, microfauna, microflora e vegetazione. Inoltre il suolo di tali ecosistemi, normalmente indisturbato e consistente per la maggior parte di materiale organico, tende ad aumentare la disponibilità biologica del cesio radioattivo. Nelle zone coltivate, al contrario, il terreno viene frequentemente smosso e rivoltato ed è soggetto a lavorazioni che favoriscono i fenomeni di ricambio, quindi l’eventuale contaminazione viene più rapidamente diluita.
       

  • La regolamentazione

    La Raccomandazione Europea 2003/274 è stata emanata con lo scopo di mantenere sotto controllo i livelli di contaminazione da cesio in alcuni prodotti di raccolta spontanei che sono prodotti entro il territorio dell’Unione e che in alcune regioni d’Europa continuano a registrare livelli di cesio radioattivo che superano i 600 Bq/kg.
    E’ infatti noto, ad esempio, che i funghi della specie micorrizae (ad esempio Boletus edulis) e la carne di cinghiale possono presentare ancora oggi valori elevati di contaminazione da cesio radioattivo nelle zone con i livelli di deposizione più alti. La Raccomandazione 2003/274 riporta inoltre la seguente osservazione: “Si ritiene che la durata della contaminazione da cesio radioattivo in seguito all'incidente di Chernobyl di un certo numero di prodotti derivanti dalle specie che vivono e crescono nelle foreste e in altri ecosistemi naturali e seminaturali si riferisca essenzialmente al tempo di dimezzamento fisico di detto radionuclide, che è di circa 30 anni, e che tuttavia nessun cambiamento degno di nota per quanto riguarda la contaminazione di cesio radioattivo di questi prodotti verrà osservato nei prossimi decenni.”
    Per questi motivi i prodotti di raccolta spontanei di importazione e destinati alla commercializzazione sono sottoposti a controlli puntuali; allo stesso modo, anche per l’immissione sul mercato di selvaggina, bacche selvatiche, funghi selvatici e pesci carnivori di lago di origine locale è prevista la verifica del rispetto del livello di 600 Bq/kg per la somma di cesio 134 e cesio 137.

    Ripartizione % dei controlli effettuati tra il 2009 e il 2019 (il controllo della selvaggina è stato avviato nel 2013)

  • I funghi spontanei

    I funghi sono considerati utili bioindicatori della radioattività ambientale poiché sono in grado di assorbire e trattenere il cesio presente nel terreno; questa loro peculiarità fa sì che la concentrazione media di cesio 137 nei funghi sia superiore a quella di tutti gli altri prodotti alimentari, con variazioni che dipendono sia dalla specie che dal luogo di prelievo. Vengono analizzate unicamente specie commestibili (porcini, gallinacci, mazze di tamburo, chiodini ecc.) e questo permette di avere sia un’informazione di carattere ambientale che una di carattere sanitario, volta a tutelare le persone che consumano questo tipo di prodotto.

    Nella cartina sono riportati i luoghi di prelievo i funghi analizzati nel 2019. In verde sono indicati i valori di 137Cs minori di 100 Bq/kg, in giallo quelli compresi tra 100 e 600 Bq/kg e in rosso quelli superiori a 600 Bq/kg (valore fissato dalla Raccomandazione Europea 2003/274 per i funghi destinati alla commercializzazione).


    Tra il 2008 e il 2019 sono stati analizzati oltre 400 campioni di funghi di varie specie (principalmente ma non unicamente commestibili) nella parte nord della Lombardia. Per circa 20 campioni (5% del totale) si è osservato il superamento del valore di 600 Bq/kg fissato dalla Raccomandazione Europea 2003/274.


    I superamenti sono riferiti ad alcune specie particolari, in particolare allo Steccherino Dorato (Hydnum Repandum) in 13 casi su 22 totali e in 4 casi alla Russula (Russula cyanoxanthia). Nel grafico l’area colorata ha una dimensione proporzionale al numero di campioni che superano il limite di 600 Bq/kg, suddivisi per specie.


    Steccherino dorato

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    Russula

       
    I valori mediani suddivisi per specie si confermano, ad eccezione che per la specie “Steccherino dorato” nettamente inferiori al valore della Raccomandazione. Se si esaminano le provincie in cui è stato effettuato il campionamento, i valori mediani sono ovunque modesti mentre situazioni di “picco” sono presenti quasi ovunque, ad eccezione della provincia di Milano e Monza rappresentate tuttavia da un numero molto piccolo e poco significativo di campioni.

  • Posso mangiarlo oppure no?

    Una domanda frequente è quali sono i rischi che si corrono consumando funghi che contengono cesio 137.
    Una porzione di risotto con i funghi preparata con un porcino fresco (100 g) che contenga 600 Bq/kg di cesio137 (il valore limite stabilito delle raccomandazioni europee) dà una dose di radiazioni dell’ordine di 1 microSievert. E’ un valore molto piccolo, 10 volte minore della dose che la legge definisce “priva di rilevanza” e 2000 volte più piccola della dose di radioattività naturale (radiazione cosmica, radioattività naturale nel suolo e nelle rocce, radon indoor eccetera) cui siamo esposti ogni anno. Il fatto che siano stati occasionalmente misurati valori di cesio 137 relativamente elevati in alcuni funghi selvatici non deve quindi preoccupare dato che le quantità consumate sono modeste in confronto a quelle degli altri alimenti.


  • La selvaggina

    La maggior parte di controlli sulla selvaggina è stata effettuata sui cinghiali che nella nostra regione rappresentano la specie più numerosa e più significativa come indicatore ambientale. La carne analizzata proviene per lo più da animali abbattuti dalla Guardia Forestale nel quadro dei programmi di contenimento della specie.
    I risultati ottenuti in Lombardia evidenziano che la totalità dei campioni, finora, è caratterizzata da valori di attività per il cesio 137 largamente inferiori a quanto richiesto dalla normativa europea (Raccomandazione Europea 2003/274) che prevede un valore limite di 600 Bq/kg; in nessun caso questo valore, peraltro molto cautelativo, viene superato. E’ pertanto possibile escludere preoccupazioni di tipo sanitario connesse al consumo di carne di selvaggina.
    I valori più elevati sono stati registrati in provincia di Como. In assoluto, tuttavia, le attività appaiono modeste e ben lontane dai limiti (vedi sopra).

    I prelievi si concentrano nella fascia alpina/prealpina e nell’Oltrepo Pavese. Come esempio sono riportate le località di abbattimento dei cinghiali misurati nel 2019


    Attività di cesio 137 misurate nei cinghiali per provincia nel 2019, a titolo esemplificativo. In ordinata sono riportate le attività massime; l’area degli indicatori è proporzionale alla mediana dei valori. La figura evidenzia come non necessariamente un maggior valore medio, calcolato come mediana dei valori, delle attività misurate (dimensione degli indicatori) sia collegato ad elevati valori “di picco” (posizione degli indicatori rispetto all’asse delle y). La più alta attività media è riferita alla provincia di Varese, in provincia di Bergamo è stato riscontrato il valore massimo, peraltro largamente inferiore al valore di parametro di 600 Bq/kg richiesto dalla Raccomandazione europea.

  • Le bacche selvatiche

    Il monitoraggio della radioattività nelle bacche selvatiche (come mirtilli neri, bacche di rovo, mirtilli rossi, lamponi, more di rovo e fragole selvatiche) riveste particolare importanza a causa della radioattività ancora presente nei boschi ed anche per la rilevanza radiologica che il consumo abituale di tali alimenti può rivestire per alcuni gruppi della popolazione, soprattutto nell’infanzia.
    Nella cartina, a scopo esemplificativo, sono riportati i luoghi di prelievo delle bacche selvatiche nel 2019. In nessun caso è stato superato il parametro per la radioattività fissato nella Raccomandazione (Raccomandazione Europea 2003/274), corrispondente a 600 Bq/kg per il cesio 137.

    I prelievi si concentrano nel nord della Lombardia. Come esempio sono riportate, a scopo esemplificativo, le località di prelievo dei campioni misurati nel 2019

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    Ripartizione per tipologia e per provincia dei frutti di bosco selvatici analizzati tra il 2009 e il 2019
       

  • I muschi

    I muschi (una forma di briofite) sono utilizzati come efficaci indicatori ambientali data la loro capacità di accumulare radionuclidi derivanti dalla deposizione al suolo di specie presenti in aria. Caratterizzati da crescita lenta e molto longevi, sono in grado di conservare memoria degli eventi passati nell’ordine di molti anni. La misura della radioattività dei muschi consente quindi di monitorare in modo efficace nel tempo la contaminazione derivante da ricadute e deposizione al suolo.


    Nell’ambiente boschivo sono presenti molte varietà di muschi; allo scopo di garantire l’omogeneità dei risultati due di queste specie, Hypnum cupressiforme e Ctenidium molluscum, sono state selezionate da un gruppo di lavoro nazionale che ha coinvolti esperti di diversi enti.

    Punti di prelievo dei muschi e concentrazioni di cesio nell’ultima campagna regionale

    In Lombardia sono realizzate campagne di misura periodiche in località predefinite indicate nella cartina: le concentrazioni misurate sono molto variabili ed i valori più elevati si misurano ancora nella zona del Triangolo Lariano (Cremeno) in cui sono state più significative le ricadute dell’incidente di Chernobyl del 1986.

    Muschio “Ctenidium molluscum”

GLOSSARIO RADIOATTIVITÁ

  • Decadimento radioattivo: trasformazione di una particella elementare o di un nucleo atomico in uno o più oggetti differenti.
  • Dose: quantità di energia dissipata dalla radiazione per unità di peso della materia da essa investita. Si misura in Gray (Gy) 1 Gy= 1 J/kg.
  • Radioattività: emissione dall’interno del nucleo di particelle o gruppi di particelle nucleari, cioè protoni e neutroni, oppure di elettroni prodotti da una reazione nucleare avvenuta nel nucleo. In molti casi, inoltre, il verificarsi di reazioni nucleari libera energia e pertanto la radiazione che esce dal nucleo non è fatta di particelle, ma costituita da onde elettromagnetiche come quelle della luce.
  • Radionuclide o isotopo: specie nucleare, instabile che decade emettendo energia sottoforma di particelle e/o radiazioni.
  • Tempo di dimezzamento di un nucleo radioattivo: è il tempo che deve trascorrere prima che la quantità di radioattività presente in un certo istante si riduca alla metà del valore iniziale.
  • Becquerel [Bq]: unità di misura del Sistema Internazionale per misurare l’attività di un radionuclide ovvero il numero di decadimenti che avvengono in 1 secondo in un materiale.
  • Sievert [Sv]: unità di misura del Sistema Internazionale per quantificare gli effetti biologici derivanti dalle radiazioni; in particolare 1 Sv è pari ad 1 joule di energia assorbita da 1 kg di massa. Si ottiene moltiplicando l’unità di misura fisica della radioattività per coefficienti che tengono conto della radiotossicità del singolo radionuclide.
  • MAR – Minima attività rivelabile: rappresenta il limite strumentale di rivelazione ovvero la minima quantità di radioattività che la catena di misura è in grado di misurare. Il valore della MAR è legata a diversi fattori tra cui la quantità di eventi radioattivi che si verificano, l’energia di emissione dei vari radionuclidi, l’efficienza dello strumento alle diverse energie, il fondo ambientale, il rumore strumentale ed il tempo utilizzato per effettuare la misura. La MAR è dunque un valore variabile per ogni misura effettuata e per ciascun radionuclide misurato.

PROGETTI

 

Il Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) di ARPA Lombardia ha partecipato negli anni a numerose attività di cooperazione stabile e di progetti sia a livello nazionale che internazionale

Progetto di cooperazione europeo (EC twinning project) con la Polonia (2007)
Il CRR ha partecipato ad un progetto europeo in Polonia volto ad implementare le tecniche di controllo radiometrico sulle acque potabili, ai sensi della vigente regolamentazione europea. Il progetto si è articolato su più missioni in cui sono stati organizzati seminari tecnici per trasferire le conoscenze maturate e le procedure analitiche utilizzate presso ARPA Lombardia.

Progetto di cooperazione europeo (EC twinning project) con l’Estonia (2009)
Il CRR ha coordinato ad un progetto europeo nella Repubblica Estone per migliorare il sistema dei controlli sulle reti idriche e per individuare opportuni metodi per la riduzione della radioattività nelle acque potabili, particolarmente elevata in quella regione. I risultati della cooperazione sono stati riassunti in un report finale e descritti in alcuni articoli pubblicati da riviste internazionali specializzate.

Task nazionale - manuale “Trattamento campioni e metodi di analisi” (20013-2014)
Un gruppo di lavoro promosso dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, coordinato dal CRR di ARPA Lombardia e con la partecipazione di altre ARPA, ha prodotto un manuale per le misure radiometriche completo e aggiornato ad uso dei laboratori impegnati nelle misure radiometriche ambientali.

Task nazionale – “Linee guida per la pianificazione delle campagne di misura della radioattività nelle acque potabili” (2013-2014)
Un gruppo di lavoro promosso dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, coordinato dal CRR di ARPA Lombardia e con la partecipazione di altre ARPA, dl Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità , ha prodotto le linee guida di cui sopra, intese come strumento operativo per l’organizzazione dei controlli.

Task nazionale “Livelli di riferimento, esenzione e allontanamento” (2013-2014)
Il CRR di ARPA Lombardia ha partecipato a un gruppo di lavoro promosso dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, con la partecipazione di altre ARPA e dello stesso ISPRA che ha prodotto un documento tecnico utile ad affrontare il problema della gestione di sottoprodotti e rifiuti contaminati.

Task nazionale “Valutazione di impatti radiologici da NORM” (2013-2014)
Il CRR di ARPA Lombardia ha partecipato a un gruppo di lavoro promosso dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, con la partecipazione di altre ARPA e di ISPRA, dell’ Istituto Superiore di Sanità ed ENI che ha prodotto un documento tecnico utile alla valutazione dell’impatto radioprotezionistico e sanitario dei materiali contenenti sostanze radioattive naturali, eventualmente concentrate dai processi produttivi.

Attività di normazione: UNI
Tecnici del CRR di ARPA Lombardia da anni partecipano alle attività dell’Ente di normazione nazionale coordinando o partecipando gruppi di lavoro che hanno prodotto standard su misure radiometriche di laboratorio (spettrometria gamma, attività alfa e beta totale, radon nelle acque) o in campo (controllo dei carichi di rottami metallici.

Attività di normazione: ISO
Il CRR di ARPA Lombardia collabora attivamente con l’ente internazionale di normazione (ISO) in particolare per quanto riguarda le misure radiometriche sulle acque. Diversi metodi (attività alfa/beta totale, concentrazione radon 222 e radio 226 in acqua) elaborati e proposti dal CRR sono stati accettati ed emanati come standard internazionali ed altri sono attualmente in esame.

Attività di cooperazione internazionale: IAEA
ARPA Lombardia fa parte della rete mondiale di allarme ALMERA coordinata dall’ Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA) partecipando regolarmente alle sue attività ed esercitazioni. Inoltre collabora ai gruppi di lavoro dedicati alla elaborazione dei documenti tecnici relativi ai metodi rapidi di analisi.

Attività di cooperazione internazionale: Ring of Five
ARPA Lombardia partecipa alle iniziative del Ring of Five, una rete di laboratori europei che esegue misure di radioattività in aria ad altissima sensibilità. All’interno di questa rete sono diffuse le informazioni sull’avvistamento di tracce di radioattività in aria così piccole da essere irrilevanti dal punto di vista della radioprotezione, ma che è necessario valutare in modo coordinato in quanto sono possibili segnali di immissioni anomale di radioattività in ambiente.

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