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Data pubblicazione: 04 DICEMBRE 2014
Introduzione
Il Centro Monitoraggio Geologico (CMG) nasce nell’autunno 1987 a seguito degli eventi calamitosi occorsi in Valtellina durante la precedente estate, col fine di controllare i maggiori dissesti nel territorio lombardo. Fino al 2003 il Centro è stato alle dirette dipendenze di Regione Lombardia, successivamente, in virtù delle funzioni assegnate dalla Regione con la Legge 16/99, viene trasferito ad ARPA Lombardia. Il Centro Monitoraggio Geologico è ubicato presso la Sede Territoriale della Regione Lombardia di Sondrio ed è attivo 7 giorni su 7 negli orari d’ufficio (con tecnici reperibili h24) e in caso di necessità, a seguito di pre-allarme o allarme meteo o per segnalazioni provenienti dalla rete di monitoraggio geotecnico, può organizzare un presidio continuativo. Le tecniche di monitoraggio, sia automatiche che manuali, comprendono misurazioni su diversa strumentazione: geotecnica (estensimetri, distometri, assestimetri, inclinometri e piezometri), idrometeorologica (precipitazione, temperatura, livello idrometrico), topografica (mire ottiche, gps) e radar. I dati di monitoraggio raccolti via radio, Gprs o manualmente vengono analizzati, validati e pubblicati sul sito internet del Centro, dove è possibile la consultazione degli stessi. Periodicamente viene pubblicato dal Centro un rapporto riassuntivo dei dati rilevati nelle varie aree. Tutto il materiale prodotto e raccolto sui dissesti monitorati è consultabile presso la Biblioteca del Centro di Monitoraggio Geologico di Sondrio.
Attivita' di ARPA
Attività principe dell'Agenzia in questo campo, risulta essere il presidio delle aree franose fonte di maggior pericolo per le attività umane attraverso la raccolta e l’analisi di dati trasmessi in tempo reale dai sensori posti sul territorio e di dati raccolti manualmente attraverso periodiche campagne di misura. Come dettato dalla Delibera di Giunta Regionale VIII/8753 del 22 dicembre 2008 e specificato dal “Disciplinare operativo dei servizi di assistenza meteorologica e monitoraggio meteorologico, idrologico, geotecnico, nivologico e degli incendi boschivi a supporto delle attività di previsione e prevenzione dei rischi” approvato da Regione Lombardia, il CMG costituisce un presidio territoriale specialistico all’interno del sistema regionale di Protezione Civile ed è incaricato di segnalare l’insorgere di situazioni a rischio idrogeologico alla Sala Operativa di Regione Lombardia per l’eventuale attivazione di piani d’emergenza. Sulla base di accordi e protocolli di intesa pluriennali, il personale del Centro effettua attività per conto di Regione Lombardia su dissesti nel territorio regionale. Data l’alta specializzazione raggiunta negli anni di attività, i tecnici del CMG eseguono sopralluoghi ai fini della valutazione dei sistemi di monitoraggio geologico ed eseguono la progettazione e la direzione lavori per la realizzazione delle nuove reti.
 Carta della densità di frana della Regione Lombardia (2003) – Fonte: ARPA Lombardia Tipologia di attività franosa – Fonte: ARPA Lombardia Analisi dell'anno
Durante l’anno sono state svolte le attività ordinarie di presidio delle aree franose, di raccolta, validazione ed analisi dei dati trasmessi in tempo reale dai sensori posti sul territorio e dei dati raccolti manualmente attraverso periodiche campagne di misura. A gennaio del 2013 è entrata a regime la rete di misura topografica automatica (circa 1500 rilevazioni giornaliere) del dissesto della Val Genasca (SO) con trasmissione dei dati in real time alla Sala Operativa del CMG; tale strumentazione è fondamentale per il controllo e l’allarmistica in corrispondenza dei movimenti della frana. A marzo sono state collaudate le nuove stazioni di monitoraggio di Torreggio, San Giorgio, Confinale, Monte Letee e delle nuove postazioni di misura sulla frana di Idro. Sulla base dei dati pluviometrici e geotecnici acquisiti dal sistema di monitoraggio della frana della Val Genasca nel periodo 21-27 maggio è stata allertata la Protezione Civile Regionale In Agosto è avvenuta l’implementazione della stazione di monitoraggio della Val Genasca tramite l’installazione di una colonna inclinometrica DMS (per il monitoraggio differenziale della stabilità dei versanti) da 101 metri per l’analisi delle accelerazioni di versante e per l’emissione di avvisi di criticità agli organi competenti. - Dicembre Dal 25 dicembre 2013 al 17 gennaio 2014 è avvenuto l’allertamento da parte del CMG della Protezione Civile Regionale e l’attivazione del presidio continuo della propria sala operativa sulla base dei dati geotecnici acquisiti dal sistema di monitoraggio della frana della val Genasca. In tale occasione si è dimostrata fondamentale l’attività di implementazione della reta automatica svoltasi nell’anno, con particolare riguardo ai dati monitorati e trasmessi in real time dalla stazione topografica automatica e dalla colonna DMS.
Introduzione
Le valanghe sono fenomeni stagionali che si verificano prevalentemente durante la stagione invernale anche se alle quote più elevate, su pendii ripidi innevati, possono avvenire in altre stagioni dell’anno. Le valanghe si dividono in due macrocategorie:
1. valanghe immediate quale diretta conseguenza della nevicata in quanto la neve fresca non aderisce ai pendii o sulla vecchia neve; 2. valanghe ritardate che si verificano cioè dopo giorni o settimane dalla precipitazione nevosa a seguito delle trasformazioni che normalmente avvengono all’interno del manto nevoso.
Ogni qual volta si intraprende un’attività in ambiente innevato occorre considerare un possibile rischio valanghe. La prevenzione dei pericoli derivanti dalle valanghe sul territorio montano viene assolta dalle varie istituzioni locali tramite i propri organi competenti sul territorio, principalmente con l’emissione di un bollettino nivometeorologico. Il bollettino è uno strumento che fornisce un quadro sintetico dell’innevamento e dello stato del manto nevoso indicando il grado di pericolo da valanga, secondo la Scala Europea (Figura 5), in un determinato territorio, sulla base delle previsioni meteorologiche e della possibile evoluzione del manto nevoso. Per la Lombardia il bollettino nivometeorologico è emesso tre volte a settimana (lunedì, mercoledì, venerdì) da ARPA e viene pubblicato sul sito dell’Agenzia.
 Figura 1 - scala europea di pericolo valanghe - essa è destinata ai frequentatori della montagna al di fuori delle zone controllate ed agli operatori nell’ambiente innevato. Attivita' di ARPA
Sin dagli anni ‘70 il Centro Nivo-Meteorologico di ARPA Lombardia si occupa di incidenti da valanga. Per ogni incidente da valanga che avviene sul territorio lombardo, i tecnici dell’Agenzia svolgono un sopralluogo nel più breve tempo possibile (affinché non subentrino variazioni sulle caratteristiche del manto nevoso) effettuando delle prove empiriche di stabilità del manto nevoso di tipo penetrometrico-stratigrafiche e dei test di sollecitazione al fine di individuare la presenza di strati deboli. Il profilo penetrometrico consiste nell'annotare l'indice di resistenza alla penetrazione in una sezione verticale del manto nevoso. Questo metodo permette di verificare le variazioni di durezza degli strati di neve da un punto di vista quantitativo. Un profilo stratigrafico permette di annotare lo sviluppo e le proprietà di ogni singolo strato della neve. L'esame viene eseguito scavando una buca nella neve e osservando i singoli strati permettendo l’identificazione dei punti più deboli in cui può avvenire la rottura del manto nevoso. Per l’anno nivologico che va dal 1 ottobre al 30 settembre dell’anno successivo, viene compilata una scheda riportante i dati salienti degli eventi valanghivi compreso il numero di persone coinvolte ed il loro stato alla fine dell’evento. Analisi dell'anno
Andamento nivometeorologico L’andamento nivometeorologico della stagione invernale 2012-2013, illustrato per alcune stazioni rappresentative nel grafico di Figura 1, presenta queste principali caratteristiche: - una prima comparsa della neve sui rilievi lombardi agli inizi del mese di ottobre; - incrementi importanti del manto nevoso intorno a 3000 m di quota il 6 novembre; - un apporto di neve fresca significativo verso fine novembre, anche a quote medio-basse; - successivamente, apporti più modesti che hanno mantenuto un discreto innevamento fino ad aprile, anche intorno alla quota di 2000 m ove si raggiunge l’accumulo massimo stagionale; - sulle montagne più elevate (es. stazione di Passo Marinelli) i valori massimi di spessore di neve al suolo si registrano verso la fine del mese di maggio. - la fine dell’ablazione della neve al suolo corrisponde all’incirca alla situazione media/standard fino intorno ai 2000 m di quota, oltre i 2500 m, invece, si protrae fino alla prima decade di agosto, anche oltre tale data nelle localizzazioni sfavorevoli esposte a Nord. L’accumulo medio della neve fresca, fatto registrare dalle stazioni di rilevamento, è riconducibile alla situazione rappresentata per la stazione di Bormio 2000 in Figura 2: in generale si evidenzia un cumulo stagionale deficitario del 10-20 % rispetto alla media dell’ultimo quarantennio.
 Figura 1 Figura 2 Le temperature particolarmente rigide, ma comunque prossime ai valori standard della stagione, hanno interessato un periodo piuttosto circoscritto: dal 6 al 14 dicembre 2012. L’influenza di queste è stata però alquanto importante, poiché essendo presenti spessori esigui di neve al suolo, l’elevato gradiente termico ha determinato una significativa trasformazione dei cristalli di neve negli strati di base, che sono poi stati la causa di distacchi di valanghe. Il valore assoluto di – 27 °C viene registrato a Livigno nella notte del 10 febbraio. Figura 3 Rispetto alla stagione invernale 2012, l’attività eolica in quota è stata meno incisiva sia per la minor persistenza in termini di durata (giornate interessate) sia per l’intensità del vento. Tuttavia il rinforzo delle correnti in quota, in concomitanza di alcuni eventi perturbati, ha determinano l’irregolare distribuzione della neve fresca e la formazioni di lastroni insidiosi che, già a fine novembre, procurano i primi travolti in valanga sui rilievi delle Lombardia (Passo Tonale). Gradi di Pericolo ValangheCon i primi di dicembre 2012, in seguito all’attivazione delle Stazioni di Rilevamento Tradizionali, inizia l’emissione del Bollettino Neve e Valanghe che, dal 17 aprile, assume la cadenza quotidiana (da lunedì a sabato). Questo viene elaborato nella sua veste invernale fino al 31 maggio a causa dell’abbondante presenza di manto nevoso in quota con spiccate condizioni di instabilità. Nelle situazioni nivologiche particolarmente critiche che hanno interessato le giornate del 17 marzo, 20 e 27 aprile è stato emesso un indice di pericolo 4 FORTE (secondo la Scala Europea 1-5) con conseguente emissione di avvisi di criticità moderata da parte del centro Funzionale della Protezione civile della Regione Lombardia. Complessivamente, causa il persistere di condizioni precarie di stabilità del manto nevoso, il grado di pericolo valanghe si è mantenuto prevalentemente sui gradi 3 MARCATO e 2 MODERATO, solamente in un paio di giornate è sceso a 1 DEBOLE su Alpi Retiche. Figura 4 Figura 5 Incidenti da valangaLe condizioni precarie dei lastroni superficiali del manto nevoso e la presenza di strati interni favorevoli al distacco di valanghe, createsi già da inizio stagione invernale e che lo hanno caratterizzato in particolare fino alla prima decade di gennaio, sono state le cause di un elevato numero di incidenti da valanga. Nei 16 incidenti registrati, in prevalenza accaduti in concomitanza di gradi di pericolo valanghe 3 MARCATO, in totale si è riscontrato il travolgimento di ben 34 escursionisti, 4 dei quali sono deceduti. In concomitanza di uno di questi incidenti erano presenti ben 40 sciatori accompagnati da guide alpine La stagione invernale 2012-2013 ha presentato caratteristiche tipiche dell’inverno ma con situazioni spesso critiche che hanno messo a dura prova la conoscenza e la capacità di valutazione della stabilità anche da parte di coloro che professionalmente frequentano la montagna innevata.
Studio del manto nevoso con il modello SNOWPACK
Nell’ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera STRADA 1.0, ARPA Lombardia ha implementato la sensoristica delle stazioni nivometeorologiche automatiche esistenti al fine di studiare più accuratamente la struttura e l’evoluzione del manto nevoso mediante l’ausilio di modelli informatici dedicati. Detti modelli descrivono, tramite formule fisiche e metodi numerici, quanto accade all’interno del manto nevoso e sulla superficie dello stesso nonché nel punto di contatto con il suolo, offrendo la possibilità di valutare oggettivamente la situazione del manto stesso. SNOWPACK è un modello numerico unidimensionale che, utilizzando i dati telerilevati di una stazione nivometeorologica automatica, simula l’evoluzione giornaliera della struttura del manto nevoso presso il sito oggetto di studio. L’applicazione di formule matematiche permette di simulare i processi naturali che avvengono all’interno del manto nevoso e sulla sua superficie, consentendo così agli addetti alla previsione del pericolo delle valanghe di ricavarne informazioni utili alla definizione delle caratteristiche fisiche-meccaniche e di stabilità del manto nevoso stesso. Presso il Centro Nivometeorologico (CNM) di ARPA Lombardia la sperimentazione di SNOWPACK è iniziata, a partire dalla stagione invernale 2012-2013, nel sito di Aprica (SO), utilizzando i dati della stazione nivometeorologica automatica presente sin dal 1991. In figura 1 è possibile osservare una simulazione del modello, riferita ai dati rilevati dalla stazione dell'Aprica.
 L’obiettivo futuro sarà quello di estendere tali modellizzazioni a tutte le altre stazioni nivometeorologiche dislocate sul territorio alpino lombardo, permettendo così di integrare elaborazioni modellistiche del manto nevoso con i dati raccolti in sito (attualmente provenienti dalle stazioni tradizionali, da quelle automatiche e dai rilievi nivovalangologici itineranti). Ciò porterà ad un incremento della disponibilità di profili stratigrafici del manto nevoso a livello regionale, a un miglioramento della qualità del dato, a uno studio più accurato delle caratteristiche del manto nevoso ed alla sua evoluzione durante la stagione invernale.
Termine | Breve Descrizione |
Legge 102 del 2 maggio 1990 “Disposizioni per la ricostruzione e la rinascita della Valtellina e delle adiacenti zone delle province di Bergamo, Brescia e Como, nonché della provincia di Novara, colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche dei mesi di luglio ed agosto 1987”. (G.U. n.103 del 5-5-1990)
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Definisce le modalità di intervento e stanzia i finanziamenti necessari alla ricostruzione e la rinascita.
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Legge 183 del 18 maggio 1989 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” - (G.U. n.120 del 25 maggio 1989 - Suppl. Ordinario n. 38) abrogata dal D.Lgs. 152/2006
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Riguarda la difesa del suolo, il risanamento delle acque, a fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. Definisce i bacini di intervento e Istituisce le relative Autorità.
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Legge 267 del 3 agosto 1998 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania. (G.U. n.183 del 7 agosto 1998”
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La legge tratta i seguenti punti riassunti brevemente: tutela e prevenzione del rischio idro-geologico, potenziamento delle strutture tecniche per la difesa del suolo e dell’ambiente, interventi a favore delle attività produttive e delle proprietà coltivatrici, tutela dei territori montani e forestali, mantenimento del bilancio fondi.
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