Anno
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Data pubblicazione: 4 FEBBRAIO 2016
Introduzione
L'idrografia (dalle parole di origine greca hýdor, acqua, e gráphéin, scrivere) è la scienza che studia le acque marine e terrestri, in particolare la distribuzione delle acque sulla Terra o in una data regione, compresa la relativa descrizione e rappresentazione cartografica. L'idrografia è una parte dell’idrologia, la scienza che studia il ciclo idrologico, ovvero la distribuzione, il movimento, la biologia e la chimica delle masse d'acqua del pianeta. L’approccio all’analisi della risorsa idrica attraverso la valutazione delle componenti del ciclo idrologico è utilizzato in numerosi contesti, sia nazionali che internazionali [1] e costituisce il metodo più sintetico per analizzare il ciclo secondo lo schema DPSIR su un determinato territorio. In Lombardia la raccolta sistematica, la validazione, l’archiviazione e la diffusione dei dati idrografici relativi alle acque presenti sul territorio alla scala regionale è affidata ad ARPA, l’ufficio che effettua le attività all’interno dell’Agenzia è l'U.O.C.Servizio Meteorologico e Rete Idro-Meteo regionale. Lo stesso ufficio fornisce servizi e svolge attività tecnico-scientifiche legate ai temi dell’idrologia, delle piene fluviali e degli usi delle acque.Per costruire gli indicatori del ciclo idrologico è stato necessario aggregare nello spazio e nel tempo i dati di monitoraggio rilevati puntualmente sulla regione mediante stazioni al suolo e rilievi satellitari. L'utilizzo dei dati di monitoraggio idronivometeorologico di ARPA Lombardia, dei rilievi in campo e delle mappe del satellite Modis permette di calcolare alcuni indicatori di stato e di impatto delle componenti stesse sull’ambiente: • per la precipitazione sono stati analizzati la precipitazione totale annua, il volume medio annuo degli accumuli nei laghi regolati e il volume medio annuo di accumulo nivale (indicatori di STATO); • per l’evapotraspirazione è stato analizzato il bilancio idroclimatico, nel quale l’evapotraspirazione è sottratta alla precipitazione per valutare il fabbisogno irriguo potenziale delle colture (indicatore di IMPATTO); • per il deflusso è stata analizzata la portata media annuale dei corsi d’acqua, ovvero la quantità di acqua che attraversa un determinato punto nel tempo (indicatore di STATO). Per valutare gli indicatori nello schema DPSIR si sono utilizzati i criteri suggeriti dalla letteratura [2], ovvero li si è confrontati con se stessi calcolati negli anni precedenti, oppure con dei valori soglia di riferimento, che rappresentano le necessità degli utenti sulle quali lo stato della risorsa ha impatto.
Normativa
Con il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59) e dopo ulteriori passaggi legislativi, culminati nel DPCM 24/07/2002, gli uffici compartimentali del Servizio Idrografico e Mareografico e le relative competenze sono confluite nelle Regioni/Provincie autonome di competenza. Tale passaggio in alcune regioni è proseguito verso ARPA, in particolare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria. Il trasferimento di funzioni è stato accompagnato dal trasferimento delle reti di monitoraggio e delle banche dati. Nello stesso contesto è nato l'attuale Sistema di Allertamento di Protezione Civile per rischi naturali (Direttiva del 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”) in una struttura organizzativa complessa nella quale concorrono sia il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale sia le Regioni e le Province autonome attraverso la Rete dei Centri Funzionali (uno per Regione, ed uno centrale presso il Dipartimento Nazionale). Ogni Centro Funzionale ha il compito di raccogliere i dati delle reti osservative e di elaborare la previsione sia in termini di evoluzione dei fenomeni attesi che di livelli di criticità sul territorio. Le reti di monitoraggio in telemisura trasferite pertanto dal Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale ad ARPA sono il nucleo iniziale del sistema di monitoraggio idrometeorologico con funzioni di presidio sul territorio per la difesa dai rischi naturali. In Regione Lombardia il Centro Funzionale Regionale è stato attivato nel 2005: la Regione Lombardia è infatti autonoma in materia di allertamento ai sensi della DGR 8/8753 del 22/12/2008. Le strutture di Arpa Lombardia che fanno parte del Centro Funzionale sono il Servizio Meteorologico Regionale, il Servizio Idrografico, il Centro di Monitoraggio Geologico, il Centro Nivo-Meteorologico. Attivita' di ARPA
In Lombardia la raccolta sistematica, la validazione, l’archiviazione e la diffusione dei dati idrografici relativi alle acque presenti sul territorio alla scala regionale è affidata ad ARPA, l’ufficio che effettua le attività all’interno dell’Agenzia è l'U.O.C. Servizio Idrografico. Lo stesso ufficio fornisce servizi e svolge attività tecnico-scientifiche legate ai temi dell’idrologia, delle piene fluviali e degli usi delle acque. ARPA rileva sistematicamente i dati idrologici di base dei corpi idrici lombardi mediante la propria rete idrometeorologica in telemisura, costituita da 61 stazioni idrometriche dislocate su tutto il territorio regionale ì, si appoggia ai dati raccolti da circa 200 stazioni meteorologiche e dal 2012 consta anche di 4 nuove stazioni per la misura diretta della portata in alveo in alcune sezioni cruciali ai fini della misura delle portate transitanti nella regione. I dati rilevati sono pubblicati sul web e possono essere visualizzati, sia nel tempo reale che nel tempo differito, mediante un portale cartografico. Il download si effettua mediante accesso al portale cartografico e alla pagina di richiesta. I dati elaborati sono utilizzati per la redazione di report idrologici e di aggregazioni statistiche, anche su base cartografica: - bollettini idrologici: descrivono l’andamento delle componenti del ciclo idrologico su orizzonte settimanale e mensile e, settimanalmente, lo stato delle riserve idriche lombarde; - colmi di piena e portate di piena di fissato tempo di ritorno; - linee segnalatrici di possibilità pluviometrica (Intensity Duration Curve). Sul portale idrologico sono pubblicati anche alcuni dati cartografici di interesse per elaborazioni idrologiche (bacini imbriferi montani, Curve Number, ecc.). In seguito al trasferimento delle funzioni di cui al D. Lgs. 112/1998 ARPA ha acquisito non soltanto le stazioni di rilevamento in telemisura, ma anche le stazioni storiche del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale situate sul territorio lombardo, nonché tutti i dati storici afferenti al Dipartimento di Milano. Il rilevamento dati delle stazioni storiche è affidato agli osservatori idrografici, che ancora oggi inviano i dati in formato cartaceo su carta diagrammata. ARPA ha ordinato, catalogato e inventariato tutti i dati idrologici storici acquisiti con il passaggio di competenze, e prosegue l’archiviazione ordinata. L’archivio storico idrologico nel 2012 ha ricevuto l’approvazione da parte della Sovrintendenza dei Beni Archivistici della Lombardia. E’ possibile consultare il contenuto dell’archivio direttamente online. Maggiori informazioni alla pagina dedicata all’archivio storico idrologico sul portale idrologico. Arpa ha lavorato per ristrutturare e valorizzare il servizio idrografico raccogliendo e valorizzando anche l’eredità ricevuta dal SIMN, in particolare: - nel 2005 ha riordinato e censito l’archivio cartaceo, che continua ad essere alimentato e che ha ottenuto nel 2012 l’approvazione della Sovrintendenza Archivistica come bene storico archivistico; - nel 2007 ha integrato diversi archivi dati digitali in un’unica banca dati idrologica; - dal 2007 ha internalizzato le misure di portata e l’elaborazione delle scale di deflusso; - nel 2009 ha pubblicato un web-gis idrologico dal quale è possibile accedere gratuitamente in tempo reale a tutti i dati prodotti dall’ufficio; - nel 2011 ha pubblicato l'aggiornamento relativo al periodo 1971-2010 della pubblicazione 17 su dati caratteristici dei corsi d'acqua lombardi (livelli, portate, colmi,...); - nel 2012 ha pubblicato l'aggiornamento delle linee segnalatrici di possibilità pluviometrica; - nel 2012 ha portato a compimento un progetto di ristrutturazione della rete idrometeorologica in telemisura, per adeguare la raccolta dati allo stesso standard qualitativo, nel quale si sono dismesse le stazioni divenute non necessarie e installate nuove stazioni, anche con tecnologie di rilievo innovative, divenute importanti a seguito dell’evoluzione del territorio. - nel 2013 ha partecipato al Progetto "Nodo Idraulico Milanese" - Progetto di adeguamento della rete di monitoraggio remota e di sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni riguardante il rischio idraulico sull'area metropolitana milanese - installando nuove stazioni idrometriche in punti strategici del nodo idraulico e effettuando 29 misure di portata mirate alla definizione delle scale di deflusso. - nel 2013 ha partecipato al Progetto "SIDROMET" - Piano di Sviluppo Idrometeo 2013-2015 - effettuando 89 misure di portata sulle stazioni idrometriche della rete regionale e aggiornandone le relative scale di portata. - nel 2013 ha portato a termine l'aggiornamento degli zeri idrometrici ribattendo le quote di tutte le aste presenti nella rete di monitoraggio idrologico regionale. - Nel 2014 ha proseguito la partecipazione al Progetto "SIDROMET" - Piano di Sviluppo Idrometeo 2013-2015 - effettuando 207 misure di portata sulle stazioni idrometriche della rete regionale e aggiornandone le relative scale di portata. - Nel 2014 ha partecipato al Progetto STRADA 2 “STRategie di ADAttamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali 2.0" nell'ambito del Programma Operativo Interreg Italia Svizzera 2007-2013
Analisi dell'anno
Il 2014 si attesta come l'anno più piovoso rispetto ai 7 precedenti: leggermente più piovoso del 2010, con circa 50 milioni di metri cubi precipitati. La distribuzione delle precipitazione nel corso dei mesi evidenzia un andamento crescente delle piogge con raggiungimento di valori maggiori nei mesi di novembre/dicembre. La stagione nivale 2013-2014 ha presentato un andamento maggiore rispetto alle precedenti 8 stagioni, sia per durata che per quantitativi.L’accumulo nivale è risultato in linea con l’andamento del 2012-2013. La riserva idrica invasata nei grandi laghi lombardi, per il 2014 è stata superiore rispetto a quella del periodo 2008-2013. Le portate idriche nelle sezioni monitorate lungo l'asta del Po hanno registrato un aumento rispetto alla serie degli ultimi dieci anni; infatti, il 2014 è stato l'anno con i più alti valori di portata, superando i quantitativi del periodo 2008-2010. Il bilancio idroclimatico è calcolato sui comprensori di bonifica lombardi, ovvero sulle unità territoriali tecnico-amministrative su cui si effettua la distribuzione idrica ai fini irrigui. La stagione irrigua del 2014 è caratterizzata da deficit irrigui significativi sui comprensori della pianura meridionali, mentre i comprensori dell'alta pianura hanno beneficiato di afflussi maggiori e sono risultati in bilancio positivo o lievemente negativo. Introduzione
Il tempo osservabile in una data località e in un dato momento è determinato dalle condizioni meteorologiche presenti in quell’area. Queste variano rapidamente con una velocità che è legata alla scala dei processi dinamici dell’atmosfera: qualche giorno per le perturbazioni delle medie latitudini (scala sinottica, 1000 km), qualche ora-un giorno per fenomeni tipici della mesoscala (10-100 km) come temporali, brezze orografiche, foehn. Per clima si intende invece la sintesi delle condizioni meteorologiche verificatesi e verificabili in una data regione e viene caratterizzato e descritto quantitativamente tramite le statistiche su periodi lunghi, convenzionalmente di 30 anni (attualmente i riferimenti più comune sono il trentennio 1961-1990 e 1971-2000), delle osservazioni meteorologiche significative (ad esempio temperature minime e massime, precipitazioni giornaliere, insolazione, vento massimo, etc..). L'Italia nel suo complesso presenta un clima sub-tropicale mediterraneo. In Lombardia in particolare possono essere distinte le seguenti aree climatiche: l'area alpina e prealpina con clima continentale da fresco a freddo in base alla quota, forti escursioni termiche diurne, precipitazioni abbondanti ma con un significativo gradiente da ovest verso est; la regione padana con clima continentale, inverni rigidi ed umidi ed estati calde ed afose, forte escursione annua della temperatura, precipitazioni meno abbondanti rispetto ai rilievi ma con un gradiente dai massimi a nordovest verso i minimi a sud est, e frequenti calme di vento; il versante Appenninico con clima piuttosto continentale ma nel complesso più mite dei rilievi alpini e prealpini, anche per la vicinanza con il Mediterraneo, e una maggiore piovosità in autunno e in primavera.
Normativa
In Italia al Sistema di Allertamento per rischi naturali (Direttiva del 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”) concorrono sia il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale sia le Regioni e le Province autonome attraverso la Rete dei Centri Funzionali (uno per Regione, ed uno centrale presso il Dipartimento Nazionale). Ogni Centro Funzionale ha il compito di raccogliere i dati delle reti osservative e di elaborare la previsione sia in termini di evoluzione dei fenomeni attesi che di livelli di criticità sul territorio. In Regione Lombardia il Centro Funzionale Regionale è attivo dal 2005: la Regione Lombardia è infatti autonoma in materia di allertamento ai sensi della DGR 8/8753 del 22/12/2008. Le strutture di Arpa Lombardia che fanno parte del Centro Funzionale sono il Servizio Meteorologico Regionale, il Servizio Idrografico, il Centro di Monitoraggio Geologico, il Centro Nivo-Meteo, Per la gestione del sistema di allertamento la Regione Lombardia è suddivisa in Zone di allerta, ossia in ambiti territoriali omogenei per gli effetti al suolo (ad esempio frane ed esondazioni), a seguito di eventi meteorologici avversi. Per ciascuna zona di allerta la Regione ha individuato degli indicatori precursori del possibile verificarsi di fenomeni di dissesto e ne ha definito i valori critici (es. un'intensa precipitazione in grado di provocare smottamenti o frane), in modo da costruire un sistema di soglie di riferimento. A questo sistema di soglie corrispondono degli scenari di rischio, distinti in livelli di criticità crescente: assente, ordinaria (criticità riconducibile ad eventi governabili dalle strutture locali competenti mediante l’adozione di misure previste nei piani di emergenza e il rinforzo dell’operatività con l’attivazione della pronta reperibilità), moderata (criticità che comporta danni e rischi moderati per la popolazione, tali da interessare complessivamente una importante porzione del territorio), elevata (criticità che comporta danni e rischi anche gravi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una consistente porzione del territorio). Sulla base della valutazione dei livelli di criticità attesi, elaborata dal Centro Funzionale, al Presidente della Regione compete l’allertamento del Sistema di protezione civile locale, secondo determinati codici allerta.
Attivita' di ARPA
In Regione Lombardia il Servizio Meteorologico Regionale, attivo in Arpa Lombardia dal 1.01.2004, opera in qualità di Centro di Competenza Specialistica del Centro Funzionale Regionale. Le informazioni diffuse in questo ambito, sotto forma di prodotti specifici, riguardano le diverse fasi che compongono l’attività di gestione dei rischi naturali (rischio idraulico e idrogeologico, neve, temporali forti, vento, antincendio boschivo): previsione dell’evento, monitoraggio e gestione dell’evento in corso, analisi e valutazioni a posteriori. In particolare, nell’ambito previsionale per i rischi naturali, il Servizio Meteorologico elabora previsioni del fenomeno meteorologico potenziale causa del rischio naturale, fornendo alla Sala Operativa di Protezione Civile una valutazione del possibile superamento della soglia critica per ciascuna area di allertamento, attraverso prodotti specifici: bollettini di vigilanza, avvisi di condizioni meteorologiche avverse, aggiornamenti e comunicati meteorologici, rapporti d’evento. A sua volta la Sala Operativa di Protezione Civile opera una valutazione della potenziale criticità al suolo. Nel corso della stagione invernale 2012-2013 il Servizio Meteorologico Regionale ha proseguito nell'attività di assistenza meteorologica per lo scenario neve al Tavolo Infrastrutture Critiche di Regione Lombardia. In ambito di monitoraggio meteorologico, Arpa Lombardia gestisce la rete automatica meteorologica regionale, in tempo reale, costituita da circa 300 stazioni, garantendo così raccolta, validazione, archiviazione e diffusione dei dati meteorologici (temperatura, precipitazione, pressione, direzione e velocità del vento, umidità relativa, pressione) rilevati al suolo. Integrando queste informazioni con le osservazioni da telerilevamento (satellite, radar, rete rilevamento fulmini) è possibile garantire il monitoraggio in tempo reale della situazione meteorologica in atto. Sezione riservata del sito internet per l’allertamento di Protezione Civile: http://ita.arpalombardia.it/meteo/bollettini/prociv.asp La rete di monitoraggio meteorologico: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/osservazioniedati/datitemporeale/rilevazioni-in-tempo-reale/Pagine/Rilevazioni-in-tempo-reale.aspx
Analisi dell'anno
Il 2014 è stato nuovamente un anno più caldo della media climatologica, sia a livello globale che in Italia. A livello globale (terraferma e oceani) il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1880 ad oggi. Sulla terraferma, l’anomalia della temperatura media globale rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1961-1990 è stata di +0.89°C (http://www.ncdc.noaa.gov/cag/time-series/global/globe/) e si colloca al 4° posto della serie a partire dal 1961; dal 1986 l’anomalia termica media globale sulla terraferma è stata sempre positiva. Tutti gli anni successivi al 2000 sono i più caldi dell’intera serie storica ad eccezione del 1998. In Italia, il valore della temperatura media nel 2014 è stato il più elevato dell’intera serie dal 1961, ben superiore ai valori del 1994 e del 2003 che avevano segnato i precedenti record. L’elevato valore medio annuale dell’anomalia di temperatura media in Italia (+1.57°C) è stato determinato della persistenza di forti anomalie termiche positive per gran parte dell’anno, ad esclusione dei mesi estivi. In particolare, l’anomalia media annuale della temperatura minima è stata la più elevata dell’intera serie dal 1961, con un valore di +1.72°C, quasi 0.5°C al di sopra del record precedente del 1994. Questa anomalia è stata accompagnata da un valore estremamente basso del numero annuale di giorni con gelo, che ha segnato il minimo storico dal 1961. Il numero di notti tropicali e di giorni estivi non è stato invece elevato. I valori di questi due indici sono legati al fatto che le temperature medie mensili estive, soprattutto a luglio ed agosto e nelle regioni settentrionali e centrali, sono state in linea se non addirittura inferiori ai valori normali. Gli indicatori del clima in Italia nel 2014. Anno X ISPRA Ambiente - ROMA : http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/statoambiente/SA_57_15_Indicatori_clima_2014.pdf Le temperature in Italia In Italia, il valore della temperatura media nel 2014 è stato il più elevato dell’intera serie dal 1961, ben superiore ai valori del 1994 e del 2003 che avevano segnato i record precedenti. Il valore medio annuale di anomalia della temperatura media in Italia (+1.57°C) è stato determinato da temperature nettamente superiori alla norma in tutti i mesi dell’anno, ad eccezione di quelli estivi. In particolare, l’anomalia media annuale della temperatura minima è stata di +1.72°C, quasi 0.5°C in più del precedente record del 1994. All’anomalia della temperatura minima corrisponde, nel 2014, la registrazione del numero più basso di giorni con gelo a partire dal 1961 e del numero più basso di notti fredde dell’intera serie. Il numero medio di notti tropicali, invece, è stato solo leggermente superiore al valore normale, in corrispondenza di una stagione estiva non particolarmente calda. In sintesi, il record della temperatura media annuale è dovuto più alle minime che alle massime e più ad autunno, inverno e primavera che all’estate. Dall’analisi della serie storica dell’ultimo mezzo secolo, all’inizio degli anni ’80 prende avvio il periodo con rateo di riscaldamento più elevato. La stima aggiornata del rateo di variazione della temperatura media in Italia dal 1981 al 2014 è di +0.36 ± 0.07°C / 10 anni, a cui corrisponde, nello stesso periodo, un aumento di 1.18 ± 0.22°C. Il rateo di variazione della temperatura minima è di +0.34 ± 0.06 °C/10 anni, quello della temperatura massima di +0.37 ± 0.08°C /10 anni. Distinguendo tra diverse aree geografiche, l’anomalia della temperatura media annuale è stata in media di +1.93°C al Nord, +1.63 al Centro e +1.24°C al Sud e sulle Isole. Tutti i mesi del 2014 sono stati più caldi della norma, ad eccezione di luglio ovunque, agosto solo al Nord e maggio solo al Sud e sulle Isole. Il mese più caldo rispetto alla norma è stato novembre, con un’anomalia media di +3.93°C al Nord, +3.43°C al Centro e +2.55°C al Sud e sulle Isole. Il mese relativamente più freddo rispetto alla norma è stato agosto al Nord (-0.29°C), luglio al Centro (-0.57°C) e maggio al Sud e sulle Isole (-0.20°C). Il carattere estremamente caldo del 2014 è confermato dalla temperatura superficiale dei mari italiani, che hanno registrato anomalie molto elevate soprattutto negli ultimi quattro mesi dell’anno. Esaminando la serie delle anomalie medie annuali rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1961-1990, il 2014, con un’anomalia media di +0.99°C, si colloca al 2° posto dell’intera serie, e solo dopo il 2012. Le precipitazioni in Italia Le precipitazioni cumulate annuali del 2014 in Italia sono state complessivamente superiori alla media climatologica del 13% circa. Il valore medio di anomalia annuale presenta sensibili differenze tra diverse aree del territorio italiano. Al Nord il 2014 è stato nettamente più piovoso della norma (+36%), al Centro moderatamente più piovoso della norma (+12%), al Sud e sulle Isole moderatamente meno piovoso della norma (-12%). Al Nord il 2014 si colloca al secondo posto tra gli anni più piovosi dell’intera serie, dopo il 1960. Al Nord il clima è stato più secco della norma da aprile a giugno, a settembre ed ottobre; è stato nettamente più piovoso della norma a gennaio, febbraio luglio e novembre, mesi nei quali le precipitazioni cumulate sono state mediamente più del doppio della norma. Al Centro solo agosto, ottobre e dicembre sono stati meno piovosi della norma e a luglio è stato registrato il valore più elevato di anomalia positiva: +150% circa. Al Sud e sulle Isole le precipitazioni mensili sono state vicine alla media climatologica ad eccezione del mese di agosto (-75% circa). Nell’intervallo 1951-2014 i valori medi delle precipitazioni cumulate annuali risultano in leggera diminuzione ma in modo statisticamente significativo solo al Centro (rateo di variazione pari a -2.3 ± 0.9% /10 anni). La precipitazione massima giornaliera è stata registrata dalla stazione di Linguaglossa (CT, 590 m s.l.m.) in occasione dell’evento estremo del 5 novembre 2014: 330.4 mm. A seguire, i valori più elevati sono stati registrati il 15 novembre in provincia di Genova a Mignanego (294.6 mm) e Fiorino (293.8 mm). I valori più elevati del numero di giorni asciutti, cioè con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, sono stati registrati a Capo Bellavista in Sardegna (332 giorni), e Cozzo Spadaro in Sicilia (325 giorni). Il valore più basso è stato registrato dalla stazione di montagna di S. Andrea (Gosaldo) (BL, 1250 m s.l.m.) con 198 giorni, seguito da Turcati Recoaro (VI, 705 m s.l.m.) con 199 giorni. Un indice di siccità, il numero massimo di giorni asciutti consecutivi (CDD) nell’anno 2014, presenta valori distribuiti da un minimo di 6 giorni per la stazione sinottica di Aviano (Friuli Venezia Giulia) a un massimo di 124 giorni per la stazione di Delia della rete agrometeorologica regionale della Sicilia. Bibliografia
- WMO, International meteorological vocabulary (second edition), WMO-No. 182, Ginevra, 1992 - C. Mennella, Il clima d'Italia, Fratelli Conte Editori, Pozzuoli, 1967 - M. Brunetti et al.,Temperature and precipitation variability in Italy in the last two centuries from homogenized instrumental time series, International Journal of Climatology, vol. 26, 345-381, 2006 - ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Gli indicatori del CLIMA in Italia nel 2013, Anno IX, 50/2014, Roma, Luglio 2014 - NOAA National Climatic Data Center, State of the Climate: Global Analysis for Annual 2013, BAMS Vol.95, n.7 - WMO, WMO statement on the global status of the climate in 2013, WMO-No. 1130, 2014
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