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Progetto Darfo (2013-2014)

Caratterizzazione della qualità dell’aria della bassa Val Camonica

​Tra l’estate 2013 e l’inverno 2014 è stata effettuata una campagna di misura nel comune di Darfo Boario Terme e, in generale, nella bassa Val Camonica, per indagare la qualità dell’aria e, in particolare, il contributo delle combustioni di biomassa alle concentrazioni di polveri aerodisperse (PM) e di idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Il primo obiettivo della campagna è stato quello di verificare se le misure effettuate dalla stazione della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA) fossero rappresentative della qualità dell’aria di tutto il territorio comunale e, più in generale, della parte meridionale della vallata. E’ noto infatti che in molte valli alpine e prealpine si fa un uso intensivo delle combustioni di biomassa, sia pellet che ciocco, per il riscaldamento degli edifici e, talvolta, anche per la produzione di energia elettrica.

l secondo obiettivo ha voluto analizzare il contributo di tali combustioni alle concentrazioni di PM e di IPA nel territorio. I due periodi, estivo ed invernale, sono stati scelti per tener conto delle differenti condizioni meteorologiche nell’arco dell’anno che influenzano significativamente le concentrazioni degli inquinanti aerodispersi. Il periodo estivo ha interessato il solo comune di Darfo Boario Terme. Durante la fase invernale, per la misura del PM si sono installati campionatori gravimetrici presso le postazione della RRQA (Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria) di Breno e di Costa Volpino. La prima stazione si trova a circa 13 km più all’interno della Val Camonica, mentre la seconda all’ingresso della valle, nel territorio della provincia di Bergamo, a circa 8 km da Darfo. Per avere indicazioni relativamente alla quota entro la quale si possono disperdere gli inquinanti emessi per lo più nel tessuto urbanizzato del fondo valle, un campionatore di PM10 è stato installato nella frazione Annunciata del comune di Piancogno, sul pendio nord della valle, lontano il più possibile da fonti di inquinamento, compatibilmente con le necessità logistiche (alimentazione elettrica, accessibilità in sicurezza del sito).

Oltre all’analisi degli andamenti degli inquinanti gassosi, sono stati effettuati approfondimenti sul PM10, mediante l’effettuazione di analisi dei filtri campionati, con lo scopo di determinare la composizione media del particolato e quindi effettuare un’analisi di source apportionment per l’identificazione delle sorgenti che maggiormente contribuiscono alla formazione di PM. Per questo motivo, tali approfondimenti sono stati effettuati nel periodo invernale, ovvero quando le condizioni meteorologiche risultano più favorevoli all’accumulo degli inquinanti e le sorgenti antropiche sono più intense e numerose. Le analisi effettuate sono state scelte per consentire di individuare l’importanza delle sorgenti locali rispetto alle altre sorgenti diffuse sul territorio.

L’analisi dei dati di INEMAR evidenzia che le combustioni non industriali, ovvero le combustioni di biomasse, rappresentano la fonte principale dell’impatto emissivo del PM10 e del B(a)P (41% e 77% rispettivamente per l’intera provincia di Brescia). L’insieme dei dati raccolti sulla qualità dell’aria e, in particolare, l’analisi di source apportionment, confermano questo risultato. Inoltre, a differenza dei siti di pianura, la formazione di particolato secondario non stimabile da INEMAR, insieme alla risospensione, rappresentano la seconda e terza fonte di inquinamento da polveri. Il sito di Annunciata, posto al di sopra dell’altezza dello strato di rimescolamento, mostra concentrazioni giornaliere di PM10 abbondantemente inferiori agli altri siti, pur risentendo comunque delle emissioni dal fondo valle.