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Progetto MALPENSA (2011-2012)

Programma di monitoraggio per inquinanti convenzionali e microinquinanti non convenzionali connessi alle emissioni aeree.

In generale gli impatti ambientali principali di un aeroporto sono relativi al rumore prodotto e alle emissioni in atmosfera di inquinanti da parte dei mezzi a terra e degli aerei. Per valutare quale è il livello di qualità dell’aria che si respira intorno alla Malpensa sono attive in provincia di Varese tre stazioni di rilevamento (Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo) che normalmente permettono di monitorare i livelli di qualità dell’aria nei pressi dell’aeroporto per quanto riguarda gli inquinanti convenzionali normati dalla legge. La situazione rilevata da tali stazioni evidenzia una situazione del tutto confrontabile con quelle rilevate dalle altre centraline della rete nella zona in cui Malpensa è inserita.

Le misure di Arpa in tali stazioni NON presentano ad oggi una situazione di particolare criticità della zona che non sia quella complessiva del contesto del bacino padano. Anche il confronto delle emissioni derivanti dall’aeroporto rispetto alle altre sorgenti del territorio, conferma che l’aerostazione è una sorgente rilevante del territorio, confrontabile con altre sorgenti significative quali il tratto autostradale sito in Provincia di Varese. In particolare, l’aeroporto contribuisce per il 9.1% alle emissioni di ossidi di azoto della Provincia (mentre il tratto autostradale della Provincia è responsabile del 14.3% di tali emissioni). Contributi non trascurabili sono anche quelli del monossido di carbonio (7.1%) e del biossido di zolfo (6.9%). Meno importanti rispetto alle altre sorgenti sono invece le emissioni dovute all’aeroporto di PM10 e PM2.5 (circa lo 0.8%) così come quelle di Benzo(a)pirene, che è l’unico Idrocarburo Policiclico Aromatico per cui è previsto uno standard di qualità dell’aria.

In seguito alla richiesta di approfondimento da parte dei Comuni aderenti al C.U.V. (Consorzio Urbanistico Volontario, avente tra le proprie finalità la tutela del territorio dagli effetti diretti ed indiretti derivanti dalla presenza nell’area dell’aeroporto di Malpensa) ARPA ha realizzato un apposito programma di monitoraggio finalizzato non solo a rilevare gli inquinanti convenzionali normati dalla legge e normalmente monitorati, ma anche i principali microinquinanti non convenzionali connessi alle emissioni aeree (secondo una classificazione di pericolosità della Federal Aviation Administration- FAA). Il progetto è stato finalizzato a valutare proprio la possibile presenza in atmosfera di sostanze potenzialmente pericolose per la salute indipendentemente da limiti di legge o altre norme. Pertanto, ARPA ha realizzato tra l’autunno 2011 e l’estate 2012 un monitoraggio delle polveri aerodisperse e dei principali microinquinanti di rilievo in quanto potenzialmente pericolosi per la salute – secondo la classificazione della FAA - o traccianti di specifiche sorgenti (12 IPA, 22 elementi, 4 aldeidi, 4 Composti Organici Volatili). E’ stata inoltre valutata la distribuzione dimensionale del particolato (con il conteggio del numero di particelle presenti in atmosfera distribuite secondo la dimensione), utile a stabilire una correlazione tra le sorgenti e le concentrazioni misurate. Le metodiche scelte sono quelle ufficiali, ove previste dalla legislazione, sia per la fase di campionamento che quella di analisi. Qualora la legislazione non abbia previsto/ indicato esplicitamente un metodo ufficiale, si è fatto riferimento alle norme tecniche di settore. Va rilevato infatti che per quantificare correttamente la concentrazione dei diversi inquinanti in atmosfera è necessario prima di tutto prelevare campioni di aria o di polvere secondo standard definiti, che garantiscano una corretta quantificazione del materiale raccolto. Inoltre l’analisi di laboratorio di tali campioni deve essere tale da permettere di valutare con sufficiente precisione e accuratezza la presenza delle sostanze cercate. I metodi ufficiali o comunque le norme tecniche sono definite proprio per dare queste garanzie. Sono state scelte sei postazioni di misura, di cui due di bianco (Saronno e Magenta) e quattro nei Comuni intorno all’aeroporto, in relazione alle possibili emissioni in fase di decollo, di atterraggio e dovute ad attività a terra (Somma Lombardo, Ferno, Lonate Pozzolo, Casorate Sempione). Si segnala al proposito che Saronno e Magenta possono a tutti gli effetti essere considerati postazioni di bianco rispetto alle emissioni aeree in quanto quando gli aerei sono oltre l’altezza di rimescolamento (indicativamente 1000 m di quota, ma spesso anche meno) le emissioni si perdono nell’atmosfera senza influenzare la qualità dell’aria a terra. In ogni postazione sono state effettuate quattro campagne di due settimane, distribuite nelle quattro stagioni dell’anno, per garantire una buona rappresentatività del dato rilevato. Infatti, solo effettuando misure distribuite nelle diverse stagioni, per un tempo sufficientemente lungo, è possibile arrivare ad una valutazione della qualità dell’aria veramente rappresentativa dei livelli di inquinamento presenti. La normativa ufficiale di riferimento individua in otto settimane il periodo minimo di campionamento per misure (realmente) indicative dello stato della qualità dell’aria. Va al proposito ricordato anche che molti dei limiti previsti dal legislatore (sia ad esempio per il PM10 che anche per il Benzo(a)pirene) prevedono un limite o comunque un obiettivo di legge da confrontarsi con la media annua di concentrazione. Valori rilevati su periodi più brevi – se non riportati alla media annua - non possono essere confrontati con tali standard normativi.
L’analisi delle concentrazioni rilevate non ha messo in evidenza differenze significative tra i siti potenzialmente sottoposti alle emissioni aeroportuali rispetto ai siti di controllo e all’agglomerato urbano milanese. Non sono peraltro stati evidenziati impatti significativi sulla qualità dell’aria ambiente direttamente o indirettamente connessi alle emissioni legate alle attività aeroportuali. Sono stati altresì individuati a seconda delle stazioni e della stagione legami con le emissioni da traffico veicolare o da combustione della legna in stufe e caminetti. ​