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Progetto Parona (2013-2014)

Monitoraggio per la speciazione del PM10 in Lomellina.

Su richiesta dei Comuni di Parona, Olevano Lomellina, Mortara e Vigevano, dell'Amministrazione Provinciale di Pavia e di Regione Lombardia DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, ARPA Lombardia ha effettuato un progetto di studio finalizzato ad una analisi più approfondita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo della qualità dell'aria della Lomellina, denominato "Progetto Parona". La Lomellina è il territorio della Provincia di Pavia che si estende a Nord-Ovest del capoluogo confinando con il Vercellese e il Novarese: comprende una zona che dal Comune di Vigevano si estende verso Sud-Ovest includendo i Comuni di Parona e Mortara per un raggio di circa 20 Km. Storicamente, la Lomellina è una zona agricola incentrata sulla produzione di riso; nel tempo si è sviluppata una attività agricola di tipo imprenditoriale caratterizzata da una elevata meccanizzazione e da una distribuzione a "scacchiera" delle risaie. Accanto al contesto agricolo si è sviluppata e consolidata una attività industriale che ha portato ad una elevata concentrazione di attività produttive.

ARPA Lombardia quotidianamente si occupa del monitoraggio della qualità dell'aria della zona attraverso tre centraline fisse di rilevamento: Vigevano Valletta, Parona e Mortara, dotate di analizzatori automatici di NOx, SO2, O3, PM10 e PM2,5.

A completare le informazioni delle stazioni fisse, nell'ambito del progetto è stato effettuato un monitoraggio per l'analisi della composizione del PM10 e l'individuazione delle sostanze tossicologicamente più rilevanti attraverso due campagne di misura della durata di circa un mese e mezzo ciascuna, una in periodo estivo (22/07/2013 - 29/08/2013) e l'altra in periodo invernale (23/01/2014 - 11/03/2014), a Vigevano, Mortara e Parona, con la finalità di quantificare la presenza di contaminanti non rilevati normalmente dalle stazioni fisse e valutare l'eventuale correlazione con le attività industriali e i processi di combustione delle biomasse nell'area di interesse.

 

Lo studio, pur confermando l'importanza in termini emissivi delle sorgenti industriali presenti sul territorio, ha evidenziato che il problema dell'inquinamento atmosferico è connesso ad una pluralità di sorgenti e, come anche il piano di risanamento di qualità dell'aria della regione prevede, richiede azioni a 360°.

Entrando nel dettaglio dei risultati ottenuti, per quanto riguarda gli inquinanti normati convenzionali (tra cui il PM10) non sono state evidenziate criticità rispetto agli andamenti registrati nel resto della Pianura Padana.

Si è poi effettuata l'analisi di composizione del particolato, andando a ricercare le sostanze più importanti dal punto di vista tossicologico o i composti utili a individuare le fonti più significative sui livelli di PM10 a cui la popolazione è esposta.

Le analisi effettuate hanno evidenziato come particolarmente rilevante sulle concentrazioni di particolato in atmosfera il contributo della combustione da biomassa, che mediamente nei siti di misura è stato stimato pari al 45% della massa totale di PM10 presente. Il traffico, inteso come emissione di gas di scarico degli autoveicoli, usura meccanica e risollevamento di polvere dal suolo, mostra un contributo medio pari al 30%. Il 25% è rappresentato da un fattore composto prevalentemente da solfato di origine secondaria e indicatori delle combustioni e lavorazioni industriali in genere; il confronto con Milano Pascal su un intero anno e con un dataset di speciazione completo, mostra un contributo per quest'ultimo fattore del tutto equivalente (26%).

Tra i diversi elementi rilevati nel PM10, il piombo e il nichel hanno un obiettivo di legge, rispettivamente pari per la media annuale a 0.5 μg/m³ (media annuale) per il piombo e 0.02 μg/m³ per il nichel. Dai risultati ottenuti, tenendo conto che nel periodo invernale le condizioni meteorologiche sono più favorevoli all'accumulo degli inquinanti, si stima altamente improbabile il superamento del limite annuale per questi elementi.
Nel PM10 sono poi stati misurati gli Idrocarburi Policiclici Aromatici più significativi, tra cui il Benzo(a)pirene, che è un cancerogeno certo per l'uomo. Pur con valori superiori a quelli rilevati a Milano, ma simili o inferiori a quelli normalmente misurati nelle aree rurali e nelle valli alpine, per il benzo(a)pirene, sulla base dei dati disponibili, si stima un probabile rispetto dell'obiettivo di legge (1 ng/m³ come media annua). Le elaborazioni effettuate hanno altresì evidenziato il contributo della combustione della biomassa legnosa è per questa sostanza pari al 95% del totale.

I composti organici volatili, le aldeidi e l'ammoniaca rilevati durante la campagna hanno mostrato in generale un comportamento confrontabile con quello rilevato a Milano Pascal e/o in altri punti di monitoraggio effettuati negli anni scorsi in Lombardia, con le differenze stagionali aspettate.

A Parona, secondo quanto previsto dal progetto, sono stati inoltre determinate le diossine ed i furani (PCDD e PCDF), confrontando poi i risultati col sito di riferimento di Milano Pascal e di altre campagne. Le concentrazioni nel periodo estivo sono risultate maggiori sia di quelle nel periodo invernale che delle medesime misurate a Milano Pascal, mentre nel periodo invernale i dati nei due siti sono stati del tutto confrontabili. Tali valori sono stati confrontati con quanto riportato nelle linee guida dell'OMS (Air quality guidelines for Europe, 2000), ove si indicano livelli tipici aspettati in area urbana superiori a quanto rilevato in Lomellina. Dall'analisi con la letteratura europea i valori rilevati a Parona sono inferiori o paragonabili anche a quanto misurato in aree rurali in Europa. Le analisi condotte evidenziano altresì come molto probabile che l'incremento delle concentrazioni di diossine rilevate a Parona nei mesi estivi possa essere ricondotto ad incendi di sterpaglie ed altro materiale agricolo effettivamente accaduti in quel periodo.