Dose da consumo di alimenti
Tema ambientale |
Radioattività
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Anni di riferimento | 2017 |
Definizione |
La dose rappresenta il danno per l'uomo prodotto dalle sostanze radioattive che possono essere presenti nell'ambiente e negli alimenti, etc.. In questo caso la dose annuale pro-capite dovuta al consumo di alimenti quantifica il danno per l'uomo dovuto ai radionuclidi artificiali (eventualmente) contenuti nei principali componenti della dieta. Dalle misure effettuate in laboratorio su un insieme selezionato di campioni di alimenti si può calcolare, applicando opportuni fattori di conversione, la dose annuale pro-capite dovuta al consumo di alimenti. |
Unità di misura | microSv/anno (microsievert/anno) |
Definizione DPSIR | Impatti |
Fonte | ARPA Lombardia |
Scopo indicatore e rilevanza |
Verificare il rispetto del criterio di non rilevanza radiologica definito dalla legge secondo la quale la presenza di sostanze radioattive è non rilevante per la salute se il valore di dose che ne deriva è inferiore a 10 microSv anno-1. La rete di monitoraggio della radioattività negli alimenti prevede ogni anno, in Lombardia, il prelievo e l'analisi radiometrica di circa 300 campioni di alimenti nei quali viene quantificato il contenuto di radionuclidi gamma emettitori (il cesio 137 è tra questi) e in alcuni casi anche il contenuto di stronzio 90, entrambi ancora presenti in ambiente come conseguenza dell'incidente di Chernobyl e dei test nucleari in atmosfera degli anni sessanta. Nel grafico che segue viene rappresentata la distribuzione percentuale delle tipologie di alimenti analizzati nell'ambito della rete di monitoraggio: si sottolinea come, oltre ai principali componenti della dieta che sono campionati in centri di grande distribuzione e sono alimenti di largo consumo, si trovano anche alimenti poco presenti nella dieta ma che meglio rappresentano la contaminazione radioattiva della catena alimentare su scala locale come miele, frutti di bosco, funghi spontanei, pesci carnivori di lago e selvaggina. Tali tipologie di matrici hanno pertanto grande valore come indicatori ambientali, più di quanto ne abbiano come alimenti, perchè come tali hanno scarso contributo alla dose efficace annua dovuta alla dieta. |
Analisi del dato |
Nel 2017 la stima della dose annuale pro-capite dovuta al consumo di alimenti, valutata sulla base dei prodotti di largo consumo che contribuiscono in misura dominante alla dieta, è pari circa ad 1 microSv. Tale valore è 10 volte inferiore rispetto al criterio di non rilevanza radiologica di 10 microSv anno-1, quindi irrilevante. Si conferma la salubrità, dal punto di vista del contenuto di radioattività, degli alimenti di più largo consumo presenti sulle nostre tavole. |
Distribuzione percentuale delle tipologie di campioni di alimenti analizzate dalla Rete di monitoraggio della radioattività - Anno 2017
Copertura: Regione
Fonte: ARPA Lombardia
Tipo di alimento | Percentuale campioni |
Carne (bovina, suina, avicola) | 8,4 |
Cereali e derivati | 4,2 |
Verdura a foglia larga | 3,2 |
Frutta | 3,2 |
Frutti di bosco | 5,6 |
Funghi spontanei | 15,4 |
Latte e latticini | 33 |
Miele | 0,7 |
Molluschi | 0,7 |
Ortaggi | 3,2 |
Pasto misto | 1,8 |
Pesci di acqua dolce | 8,8 |
Selvaggina | 11,9 |
Tipo di alimento | Percentuale campioni |
Carne (bovina, suina, avicola) | 8,4 |
Cereali e derivati | 4,2 |
Verdura a foglia larga | 3,2 |
Frutta | 3,2 |
Frutti di bosco | 5,6 |
Funghi spontanei | 15,4 |
Latte e latticini | 33 |
Miele | 0,7 |
Molluschi | 0,7 |
Ortaggi | 3,2 |
Pasto misto | 1,8 |
Pesci di acqua dolce | 8,8 |
Selvaggina | 11,9 |
Data di pubblicazione: 01/11/2018
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01/11/2018
Struttura responsabile del contenuto informativo: Radioattività
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Struttura responsabile della pubblicazione: Comunicazione
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