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Radioattività e salute

Tipici valori di dose associate a diverse condizioni di esposizione

​​​​La radioattività è un fenomeno naturale dovuto all’instabilità dei nuclei di alcuni atomi che si trasformano in specie più stabili emettendo radiazioni, dette radiazioni ionizzanti. Alcuni di questi atomi, ad esempio l’uranio, sono da sempre presenti in natura e sono detti “primordiali” perché sono stati prodotti nelle stelle quando è nato l’universo; altri, detti “cosmogenici”, sono continuamente prodotti nell’atmosfera per effetto dell’interazione della radiazione cosmica con le molecole d’aria: è questo il caso, ad esempio, del trizio e del carbonio 14.
Con la scoperta della fissione nucleare, nei primi decenni del secolo scorso, l’uomo ha imparato a produrre nuclei radioattivi come ad esempio il cesio 137, lo iodio 131 o il plutonio: si parla in questo caso di radioattività artificiale.

Un atomo è radioattivo quando il suo nucleo non è stabile, non riesce cioè a creare una condizione di equilibrio tra le due forze che agiscono al suo interno: la forza elettrostatica che agisce tra le cariche positive dei protoni (repulsiva) e la forza nucleare che agisce tra protoni e neutroni (attrattiva). Un nucleo instabile tende a trasformarsi in un altro più stabile trasformando alcuni dei suoi protoni in neutroni, o viceversa, modificando così l’equilibrio tra le due forze che agiscono al suo interno. Queste trasformazioni comportano l’espulsione dal nucleo di particelle di diversa natura: elettroni nucleari (radiazioni beta), protoni e neutroni (radiazioni alfa) ed energia elettromagnetica (radiazione gamma). L’ultima è la più penetrante, passa attraverso la materia più dei raggi X (irraggiamento) e viene fermata solo da spessi strati di cemento o piombo. Le prime due agiscono solo a brevissima distanza ma diventano molto pericolose se le sostanze che le emettono vengono inalate o ingerite: in tal caso si parla di contaminazione ed è per evitare quest’ultima che gli “addetti ai lavori” indossano tute e maschere.

Le radiazioni interagiscono con la materia cedendo energia agli atomi e alle molecole di cui è composta. Quando colpiscono un organismo vivente, le radiazioni sono in grado di spezzare i legami delle molecole (“ionizzare”) di cui sono composte le cellule, che a loro volta formano organi e tessuti: in questo modo possono causarne la morte in breve tempo (ad esempio per necrosi cellulare, come nel caso delle ustioni da raggi) oppure danni a lungo termine, come l’insorgenza di tumori o malformazioni genetiche sui figli. L’entità del danno è proporzionale alla quantità di radiazione assorbita.
Questi effetti si sono rivelati in tutta la loro drammaticità a Hiroshima e Nagasaki e successivamente a Chernobyl.

L’effetto sulla salute delle sostanze radioattive è il medesimo, sia che siano di origine naturale che artificiale: per questo motivo è importante monitorare sia la radioattività artificiale che quella naturale che per la maggior parte delle persone rappresenta la fonte principale di esposizione alle radiazioni. Si pensi ad esempio al radon, un gas radioattivo naturale, che è tra le principali cause di tumore al polmone.

Data ultimo aggiornamento: 03/02/2023

Data ultimo aggiornamento
03/02/2023

Data inserimento: 03/02/2023

Data inserimento
03/02/2023

Struttura responsabile del contenuto informativo: Radioattività

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