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Neve e ghiacciai

Si riporta l'ultima analisi disponibile.

Andamenti negli anni

Una stagione di accumulo eccezionalmente secca e caratterizzata da temperature frequentemente superiori alla media.

Dai dati complessivamente raccolti si può confermare che l’ultima stagione sia stata caratterizzata da un innevamento notevolmente inferiore alla media su tutte le montagne lombarde; condizione dovuta principalmente alle scarse precipitazioni nevose verificatesi in quota: quasi totale assenza di precipitazioni nei mesi di gennaio e marzo 2022.
Unitamente agli scarsi apporti nevosi le temperature frequentemente superiori alla media hanno determinato un accumulo nivale e una derivante risorsa idrica vicini ai minimi registrati negli ultimi 15 anni (Figura 1 - Stima potenziale dell’equivalente idrico della neve (espresso in Milioni di metri cubi, Mmc), calcolata tramite spazializzazione delle stime puntuali e l’incrocio tematico con mappe di innevamento derivate da classificazione delle immagini satellitari, per il Bacino idrografico montano Adda-Mera-Lario).

Da gennaio lo spessore medio del manto nevoso è stato sotto la norma (Figura 2 - Andamento dello spessore di neve al suolo per diverse stazioni lombarde di riferimento durante la stagione invernale 2021-2022).

Di seguito vengono sintetizzati gli aspetti e gli eventi meteorologici principali che hanno caratterizzato la stagione invernale 2021-2022.
Tra ottobre e novembre 2021 si registrano quelli che si riveleranno poi essere i principali apporti nevosi della stagione. In particolare, la perturbazione del 5-6 ottobre porta, oltre i 1800m, accumuli nevosi tra i 15 e i 40 cm (massimi registrati oltre i 2500m di quota).
Il mese di novembre si presenta un mese ricco di apporti nevosi grazie al quale l’altezza di neve al suolo risulta in linea o superiore alla media del periodo. I principali apporti si registrano nelle giornate del 1° novembre, tra il 3-4 ed il 13-14 principalmente sui settori occidentali alpini e prealpini (oltre i 1800 m di quota) e tra il 25 e 28 novembre con un fenomeno non intenso quanto i precedenti ma continuativo su tutti i settori montani. Significativa durante quest’ultimo evento l’attività eolica che determina la formazione di diffusi lastroni soffici da vento.
Il mese di dicembre, ad esclusione della nevicata dell’8/12, si presenta come un mese eccezionalmente “secco” con apporti nevosi sotto la media del periodo e caratterizzato, a partire dal 11/12, da episodi e condizioni di foehn e temperature miti. Nell’ultima settimana di dicembre il principale problema valanghivo risulta difatti essere legato a valanghe di neve umida e bagnata già al di sotto dei 2200 m di quota.
Anche il mese di gennaio 2022 si caratterizza per anomalie di precipitazioni negative su tutto il territorio regionale (unico evento di debole intensità registrato il giorno 5) e temperature medie, ad esclusione di 2-3 singoli casi, per tutto il mese oltre la norma. Ne consegue che i quantitativi di equivalente idrico della neve stimati nei bacini montani risultano complessivamente inferiori alla media mensile.
Durante la prima metà di febbraio si registrano diverse precipitazioni nevose, per lo più accompagnate o immediatamente seguite da attività eolica con la conseguente formazione di nuovi accumuli e lastroni da vento. La neve fresca accumulata nel mese di febbraio si aggira mediamente tra i 30 e i 40 cm. Nonostante tali apporti l’altezza neve al suolo risulta sotto la media e vicina ai minimi del periodo di riferimento.
Il mese di marzo si presenta come un altro mese eccezionalmente secco con assenza di significativi apporti nevosi e temperature medie generalmente sopra la media in particolare per le quote più elevate (es. Stazione di Livigno – La Vallaccia 2660 m s.l.m.). L’altezza di neve al suolo è su tutto il territorio lombardo complessivamente prossima ai minimi storici.
Aprile si afferma come un mese dinamico e spiccatamente primaverile, caratterizzato dall'alternanza tra le prime avvezioni miti da sud e incursioni fresche piovose. Nuovi moderati apporti nevosi a inizio mese si depositano su un manto di neve vecchia per lo più consolidato; sulle Orobie in particolare caratterizzato dalla presenza di croste da fusione e rigelo. Aumento del grado di pericolo valanghe in seguito all’evento del 23-24 aprile dettato dalla presenza di nuovi accumuli di neve ventata.
Al “clima fresco” del mese di aprile segue un mese di maggio caratterizzato, già a inizio della seconda decade, da temperature diurne decisamente superiori alla media ed da un clima pienamente “estivo” (importante anomalia su tutto il territorio regionale ancora più marcata in quota). La situazione d’innevamento sulle Alpi, che già si presentava estremamente deficitaria per via delle scarse precipitazioni dei mesi precedenti, con le temperature elevate, fa sì che già dalla prima metà del mese di maggio si estingua la poca neve ancora presente sotto i 2400m di quota.
Per maggiori dettagli ed approfondimenti consultare lo Speciale della Rivista Neve e Valanghe (AINEVA) dedicato ai Resoconti Stagionali: AINEVA - Resoconti Stagionali

Data ultimo aggiornamento: 01/03/2023

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01/03/2023

Struttura responsabile del contenuto informativo: Neve e ghiacciai

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Struttura responsabile della pubblicazione: Comunicazione

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