BEMA
Area | Bema |
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Comune | Bema |
Provincia | Sondrio |
Tipologia Monitoraggio | Acquisizione manuale |
Monitorata dal CMG | dal 1994 rete geotecnica manuale |
Monitorata | dal 1991 al 1993 da ISMES per conto del Genio Civile di Sondrio |
Strumentazione installata | 3 tubi inclinometrici, 7 tubi piezometrici |
Campagne annuali di misura manuale | 2 campagne all’anno |
Descrizione del dissesto | L’area di frana “Bema” è ubicata in corrispondenza del settore terminale della Valle del Bitto di Gerola a monte della confluenza con il Torrente Bitto di Albaredo, affluente di sinistra del fiume Adda. Dal punto di vista storico, la frana di Bema, situata nell’omonimo Comune in provincia di Sondrio, è attiva da circa due secoli; l’evento franoso principale risale al 1873 con un volume stimato in 250.000 metri cubi che determinò lo sbarramento dell’alveo del torrente e la formazione di un invaso lungo circa due chilometri. Successivamente si registrarono delle riattivazioni del fenomeno in concomitanza di eventi alluvionali che interessarono il bacino. Il dissesto è oggetto di monitoraggio a partire dagli eventi alluvionali del 1987. In tale periodo si ebbe infatti un nuovo evento di grandi proporzioni che coinvolse tutta l’area dissestata, con volumi che vengono stimati tra 500.000 (Azzola 1991) e 2 milioni (Lunardi e Froldi 1994) di metri cubi. Il materiale si accumulò nell’alveo e nella parte bassa del versante formando una conoide. In seguito a questi eventi vennero decisi gli interventi di sistemazione e installata una rete di monitoraggio geotecnico. Oggi la frana si mostra con una nicchia pressoché completamente vegetata e ricoperta di altofusti a testimonianza di una certa stabilità raggiunta negli ultimi decenni. La rete di monitoraggio è stata posizionata a monte dell'evento principale riattivatosi nel 1987, allo scopo di monitorare i movimenti regressivi che potrebbero coinvolgere il centro abitato. I dati acquisiti nel tempo dal Centro di Monitoraggio Geologico non evidenziano movimenti significativi del versante. A conferma degli scarsi movimenti registrati si nota che dopo oltre trent’anni dalle perforazioni i tubi inclinometrici utilizzati per le misurazioni sono ancora completamente percorribili. Dall’analisi dei dati interferometrici da satellite non risultano inoltre particolari movimenti del centro abitato posto a monte del dissesto. |