Descrizione del dissesto |
Il versante monitorato di Monte Mater è situato a Est-Nord-Est dell’abitato di Madesimo (SO). Nella parte altimetricamente superiore l’area è caratterizzata da numerose morfologie periglaciali (rock glacier, protallus rampart ecc..), mentre l’intero versante appare interessato da fenomeni gravitativi profondi. La necessità di procedere ad un approfondimento delle conoscenze della dinamica geomorfologica e delle caratteristiche idrogeologiche del Monte Mater deriva da una segnalazione della Protezione Civile di Regione Lombardia che, sulla base dei dati provenienti dai radar da satellite, ha individuato numerosi punti sulla superficie topografica che mostravano evidenze di movimento. Regione Lombardia ha quindi incaricato Arpa, tramite il proprio Centro di Monitoraggio Geologico, di effettuare un primo monitoraggio di dettaglio che confermasse o meno il dato ricavato con Radar da satellite. Il CMG dal 2011 si è attivato predisponendo una serie di campagne di monitoraggio con radar da terra e caposaldi GPS. A partire dal 2018 sono state eseguiti sondaggi geognostici a carotaggio continuo a 2785 e 2586 metri di quota e installati tubi inclinometrici e piezometri. Dall’estate del 2022 è attivo un radar da terra fisso in sostituzione delle tre misure periodiche annuali che sono state eseguite dal 2011 al 2021 per un totale di 32 campagne. Le perforazioni eseguite e le successive misurazioni dei fori con due tubi inclinometrici ed un tubo piezometrico non hanno purtroppo aggiunto molte informazioni, in quanto i tubi S1 e Pz2 si sono interrotti in breve tempo, ma è stato possibile riscontrare una stratigrafia che fino ad oltre cento metri di profondità vede la presenza di roccia estremamente frantumata. Il movimento, misurabile mediante basi GPS poste sugli affioramenti rocciosi presenti nella fascia di versante intorno ai 2550 m.slm. 2600 m.slm, è caratterizzato da tassi di spostamento vettoriali di circa 3,5 cm/anno (circa 2,5 cm/anno per la sola componente planare) compatibili con quelli proposti dalla letteratura scientifica (di solito inferiori a 5 cm/anno) per le DGPV. Nella parte di versante al di sopra dei 2600 m.lsm la dinamica periglaciale si sovrappone al movimento della DGPV rendendo più complessa la quantificazione dei movimenti che sono i maggiori dell’intero versante. Alle quote inferiori a nord e sud della Valle Stallino, approssimativamente dal limite superiore della parte boscata fino a circa 2500m.slm., sono presenti due frane, bene visibili mediante l’interferometria da terra, con volume stimabile in alcune decine di milioni di metri cubi, che fanno registrare velocità superiori a quella della sottostante DGPV. In questo settore non sono presenti caposaldi topografici ma le misure interferometriche ci permettono di stimare velocità annue attorno alla decina di centimetri. Le campagne di rilevamento geologico e le misure eseguite sino ad oggi evidenziano che il versante, caratterizzato da una ampia (oltre 2 Kmq) DGPV, vede la presenza di settori caratterizzati da dinamica periglaciale con spostamenti superficiali fino a 15 cm/anno, mentre buona parte del versante risulta interessato da spostamenti legati a una Deformazione Gravitativa Profonda di Versante con velocità di evoluzione più lenta, dell’ordine di 3 cm/anno.
Per approfondire:
Unraveling Spatial and Temporal Heterogeneities of Very Slow Rock-Slope Deformations with Targeted DInSAR Analyses; Aut. C. Crippa e al.; Remote Sensing 12 (2020) |