MONTE LETEE

Area | Monte Letee |
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Comune | Sueglio |
Provincia | Lecco |
Tipologia Monitoraggio | Acquisizione manuale e automatica |
Monitorata dal CRMFD | dal 1999 rete geotecnica manuale - dal 2012 rete geotecnica automatica |
Monitorata | dal 1989 al 1997 rete geotecnica manuale gestita dalla Comunità Montana Valsassina |
Modalità di acquisizione dei dati in tempo reale | strumentazione geotecnica ogni 30’ - strumentazione idrometeorologica ogni 10’ |
Numero e sistemi di trasmissione | 1 modem rete mobile / 1 modem satellitari in backup |
Strumentazione installata | rilevamento automatico: 4 estensimetri automatici, una stazione meteorologica con 1 pluviometro e 1 termometro |
Campagne annuali di misura manuale | 4 su tutti gli strumenti manuali |
Dati acquisiti ogni anno | 175.200 |
Descrizione del dissesto | La frana del Monte Letè si sviluppa a monte dell’abitato di Dorio (LC) nel territorio del Comune di Sueglio, sulla sponda orientale del Lago di Como. Il settore monitorato è situato lungo il versante Ovest del Monte Legnoncino fra le quote 750 m s.l.m. e 1170 m s.l.m. circa. L’area è caratterizzata da due differenti ambiti di instabilità: un movimento gravitativo di notevoli dimensioni e alcune instabilità locali di dimensioni contenute. L’instabilità arealmente più importante, che sulla base dei dati acquisiti mediante tecnica interferometrica satellitare è possibile ipotizzare con un volume pari a 1- 2 milioni di metri cubi, è caratterizzata da movimenti profondi e tassi di spostamento piuttosto ridotti (4-5 mm/anno) e si manifesta con trincee e scarpate lungo il versante. Nei pressi della scarpata che delimita a valle le abitazioni di Monte Letè gli ammassi rocciosi presentano aree di instabilità legate a sistemi di fratture molto persistenti e beanti, per un volume stimato di alcune migliaia di metri cubi e un tasso di spostamenti con velocità variabili da area ad area, da 0 a 2/3 cm anno. Nel periodo luglio-agosto del 1985 dal versante occidentale del monte Leté una frana di crollo di parecchie centinaia di metri cubi, originatasi alla quota di 1130 m s.l.m., è precipitata verso valle, arrestandosi in corrispondenza del ripiano morfologico su cui sono ubicate la mulattiera e il piccolo oratorio della Madonna di Bondo. Dopo questo evento si è registrato un ulteriore crollo nel 2008, con la caduta di un blocco di alcuni metri cubi in corrispondenza di una delle linee distometriche installate per il controllo del versante. I movimenti misurati nel corso degli ultimi anni, riguardano un settore del dissesto molto limitato e corrispondente ad una scarpata rocciosa laterale con sviluppo longitudinale di circa 40 m. Per questo settore gli spostamenti medi annui sono dell’ordine dei 15-25 mm, concentrati nel periodo invernale/autunnale. Gli spostamenti profondi non sono più rilevabili in quanto i tubi inclinometrici posizionati negli anni si sono interrotti.
NOTA: L’accesso all’area di frana è sconsigliato a tutti coloro che non siano adeguatamente e specificatamente formati |