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800.061.160

SPRIANA

Area Spriana
Comune Spriana
Provincia Sondrio
Tipologia Monitoraggio Acquisizione manuale e automatica
Monitorata dal CMG

dal 1993 rete geotecnica automatica e manuale
dal 1990 al 2006 Rete topografica - dal 2002 al 2011 Rete GPS

Monitorata

dal 1977 al 1993 Servizio Geologico, Ministero Lavori Pubblici - Provveditorato Regionale OO.PP.

Modalità di acquisizione dei dati in tempo reale

strumentazione geotecnica ogni 30’ , strumentazione idrometeorologica ogni 10’

Numero e sistemi di trasmissione

In frana: 6 modem rete mobile / 6 modem radio in backup
Stazione idrometeo di Spriana: 1 modem rete mobile / 1 modem radio in backup

Strumentazione installata

rilevamento automatico: 7 estensimetri, 4 inclinometri profondi biassiali in 3 tubi, 1 piezometro, una stazione idrometeorologica con pluviometro e idrometro (livello Mallero)
rilevamento manuale: 6 linee distometriche, 3 piezometri, 2 tubi inclinometrici

Campagne annuali di misura manuale

3 distometriche, 2 inclinometriche

Dati acquisiti ogni anno

385.540 (compresi dati idrometeo stazione di Spriana)

Descrizione del dissesto

L'area monitorata di Spriana, in bassa Val Malenco, copre una superficie pari a circa 0,7 Km2 e ha un volume stimato di 70 milioni di m3 ed è costituita da un lento scivolamento gravitativo. (rif. Belloni e Gandolfo, 1997). Il dissesto si trova all’interno del territorio comunale di Spriana (So), occupa il versante sud-occidentale dello spartiacque fra la Valmalenco e la val di Togno. Il dissesto si estende fra il fondovalle e la quota di 1450 m. s.l.m. L’area coinvolta dai movimenti franosi è stata abitata fino a pochi decenni fa, come testimonia la presenza di numerose frazioni e gruppi di case, oggi abbandonate a causa dei dissesti.
I primi movimenti significativi vengono descritti nel 1912, per gli eventi connessi alla costruzione della galleria di derivazione idroelettrica Vizzola, con la comparsa di alcune sorgenti lungo i versanti. Tra il 1915 ed il 1917 si verificò una vera e propria frana, accompagnata da fratture nel terreno profonde 2 metri e dalla caduta di alberi. Negli anni successivi spostamenti importanti furono segnalati in seguito a prolungati periodi di precipitazioni associati allo scioglimento delle nevi. I movimenti principali, con allargamento del dissesto e coinvolgimento di porzioni maggiori del versante, si verificarono negli anni 1927, 1960, 1963, 1977, 1978 e 1983.
Nel corso degli ultimi decenni sull’area si è sviluppata una rete di monitoraggio passando da misure in prevalenza manuali a sistemi automatici, fino all’attuale rete gestita dal Centro di Monitoraggio Geologico di ARPA.
Negli ultimi anni i movimenti registrati sono stati piuttosto contenuti con spostamenti dell’ordine 10-20 mm/anno, nettamente inferiori a quanto registrato durante le fasi di maggior evoluzione del dissesto. Questi dati sono in parte concordanti con l’analisi interferometrica satellitare, che evidenzia tassi di spostamento negli anni variabili fra i 9 ed i 12 mm/anno nel periodo 2010-2022.