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800.061.160

VAL GENASCA

Area Val Genasca
Comune San Giacomo Filippo
Provincia Sondrio
Tipologia Monitoraggio Acquisizione manuale e automatica
Monitorata dal CMG

dal 2010 rete geotecnica, GPS e Topografica manuale, dal 2011 rete geotecnica automatica, dal 2012 rete topografica automatica, dal 2013 colonna multiparametrica profonda

Monitorata

dal 2010 (CMG)

Modalità di acquisizione dei dati in tempo reale

strumentazione geotecnica ogni 30’ idrometeorologica ogni 10’, multiparamentrica DMS e topografica ogni 60’

Numero e sistemi di trasmissione

3 modem rete mobile e 3 modem satellitari in backup

Strumentazione installata

rilevamento automatico: un tubo multiparametrico DMS con 70 sensori inclinometrici e 3 piezometrici, una rete topografica a misura automatica con 30 caposaldi, 5 estensimetri, un piezometro automatico, una stazione meteo con pluviometro, termometro e nivometro
rilevamento manuale: 13 basi distometriche, un inclinometro, un piezometro e una rete topografica costituita da 4 caposaldi GPS

Campagne annuali di misura manuale

4 campagne all’anno

Dati acquisiti ogni anno

1.690.680

Descrizione del dissesto

La Val Genasca è una valle laterale della Valle Spluga che sbocca nel fondovalle principale a sud del centro abitato di San Giacomo Filippo (SO). È caratterizzata da diversi fenomeni di frana e/o erosione di versante, coinvolgenti sia ammassi rocciosi che depositi superficiali. Il dissesto principale, sottoposto da monitoraggio, noto anche come “Frana di Sommarovina” è ubicato in sponda idrografica destra della Val Genasca. Si tratta di un movimento complesso e composito con scivolamenti rotazionali, traslazionali, crolli e colate detritiche.
Nel luglio 2010, a seguito di alcune evidenze di dissesto, venne chiesto l’intervento di ARPA Lombardia al fine di verificare ed eventualmente monitorare la situazione presente sul versante.
Le indagini geognostiche, costituite da sondaggi, rilievi sismici a rifrazione, prove in situ e laboratorio hanno permesso di ricostruire la stratigrafia del dissesto e le caratteristiche geotecniche dei materiali. Si evidenzia una copertura superficiale piuttosto potente e non consolidata, presente sia a monte che a valle della attuale nicchia di frana, che sovrasta un livello, interpretabile come un deposito di paleofrana, costituito prevalentemente da roccia in blocchi frantumati e disgregati con intercalazioni di livelli sabbiosi e limosi. Sottostante i depositi di paleofrana è presente in livello di depositi limosi che giace sul substrato costituito da micascisti e paragneiss.
L’area totale del dissesto è quantificabile in 7,5 ettari con un volume mobilizzato, stimato in fase di modellazione, di circa 660.000 m3. La scarpata di scivolamento principale, ben evidente sul terreno come nicchia di distacco, si estende ad arco dalla quota di 830 metri poco sotto la frazione di Prezot. In caso di crollo in massa del volume potenzialmente instabile, è possibile che esso vada ad interessare la sottostante SS36 del Lago di Como e dello Spluga. Si potrebbe inoltre formare un lago di sbarramento, la cui evoluzione potrebbe generare un’onda di piena o colata detritica, con potenziali ripercussioni sulle infrastrutture viabilistiche presenti (Rif. Modellazione Studio Cancelli - 2017).
I dati di monitoraggio sul dissesto di Sommarovina permettono di definire principalmente un cinematismo di movimento tipico di uno scivolamento rotazionale (Cruden. & Varnes 1996): i valori di abbassamento della quota risultano maggiori nei settori più prossimi al coronamento rispetto a quelli posizionati nella parte inferiore.
Sull’area di frana, a partire dall’agosto 2010, sono state registrate 8 accelerazioni significative (agosto - settembre 2010, agosto - settembre 2011, maggio - luglio 2012, novembre - dicembre 2012, aprile - giugno 2013, ottobre - dicembre 2013, dicembre 2013 - febbraio 2014, novembre - dicembre 2014) che hanno interessato l’intera superficie di frana
In questo intervallo di tempo gli spostamenti complessivi misurati in superficie sono stati dell’ordine di 9 metri lungo la superficie vettoriale di massimo spostamento. La metà di questo movimento si è avuta nei 50 giorni dell’inverno 2013/2014 mentre, se consideriamo un intervallo più lungo, possiamo affermare che l’80% del movimento (7 metri) si è riscontrato tra maggio 2013 e febbraio 2014. L’accelerazione del dicembre 2014 è la più significativa con velocità massime registrate superiori a 150 mm/giorno, alternate a periodi caratterizzati da assenza di movimenti significativi.
Da allora la frana non ha registrato movimenti significativi, e gli spostamenti registrati negli ultimi anni risultano in media inferiori a 1,6 cm/anno.

 

Per approfondire:

Val Genasca Landslide: An Example of the Methodology Used for the Identification of the Landslide main Features and its Monitoring (2014)

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