Strumentazione installata |
rilevamento automatico: un tubo multiparametrico DMS con 69 sensori inclinometrici e 2 piezometrici, 12 estensimetri, una stazione meteo con pluviometro, termometro e nivometro rilevamento manuale: 17 basi distometriche di cui 16 associate a estensimetri |
Descrizione del dissesto |
La Frana di Pal occupa una porzione del tratto medio inferiore del versante destro della Val Rabbia in Comune di Sonico (BS). Il Torrente Rabbia è un affluente in sinistra idrografica del tratto prelacuale del Fiume Oglio: la confluenza è posta a quota 595 m s.l.m., immediatamente a valle del Ponte Dassa lungo la Strada Statale n. 42 del Tonale e della Mendola. La Val Rabbia è impostata lungo la struttura tettonica di estensione regionale nota come “Linea della Gallinera” che mette a contatto rocce del Basamento Cristallino paleozoico con le successioni permo-triassiche del bacino lombardo. Il fianco destro della valle, in corrispondenza dei movimenti franosi monitorati, è interessato da ammassi metamorfici della Formazione degli Scisti di Edolo, mentre sul versante sinistro affiorano i conglomerati del Verrucano Lombardo e i depositi marnoso-calcarei della formazione del Servino. La frana è costituita da estesi e potenti depositi di materiale detritico dalla dinamica complessa, fortemente condizionata dall’attività del torrente a fondovalle e dall’apporto meteorico. L’attività del dissesto, monitorato dal 1990, ha avuto il suo apice nel 2012, quando si è assistito ad una riattivazione del settore inferiore del corpo di frana determinata dalle colate detritiche del 27 luglio 2012 (evento principale) del 6 agosto e una ripresa a novembre 2012, che hanno fortemente eroso il piede provocandone lo scalzamento e la propagazione dei movimenti gravitativi verso le quote superiori. Dall’estate 2012, su richiesta di Regione Lombardia, il dissesto è stato inserito tra quelli monitorati dal CMG di ARPA. Negli anni successivi sono stati registrate ulteriori riattivazioni, tra cui nel 2019 (spostamenti fino a 75 cm/giorno e rottura in profondità di tubi inclinometrici realizzati a inizio 2019), agosto-ottobre 2020 (colata detritica che ha riattivato la frana inizialmente alle quote inferiori per poi propagare il movimento al coronamento superiore con spostamenti registrati fino a oltre 3,5 metri totali, rottura del tubo inclinometrico DMS a oltre 90 metri di profondità), agosto-novembre 2021 (riattivazione prima alle quote inferiori e successiva propagazione verso il coronamento, spostamenti registrati fino a 70 cm.) Gli scenari di evento previste dallo Studio di Modellazione (Griffini, 2017) ipotizzano volumetrie complessive variabili da 8.000 metri cubi (con un’altezza massima del deposito in alveo di poco meno di 10 m e area di invasione verso valle per circa 200÷210 m) fino a circa 12 milioni di metri cubi (con un’altezza massima del deposito in alveo di circa 40÷45 m e area di invasione verso valle per circa 570÷580 m). |