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Acqua potabile

Nell’acqua potabile, come nell’aria, nel terreno e negli alimenti sono presenti normalmente in piccola quantità elementi radioattivi di origine naturale che contribuiscono, anche se in minima parte, all’esposizione media alla radioattività naturale.

Può tuttavia accadere, in funzione delle caratteristiche e dell'origine degli acquiferi, che la dose dovuta alla radioattività naturale sia significativamente più alta della media. E’ inoltre possibile, anche se improbabile, che elementi radioattivi artificiali contaminino l’acqua potabile in particolare quando viene utilizzata acqua “non protetta” come quella dei laghi e dei fiumi.

Per questi motivi la normativa italiana ed europea prevede che le acque potabili, già sottoposte a controlli stringenti per gli aspetti chimici e microbiologici, siano controllate anche dal punto di vista del contenuto di radioattività, sia naturale che artificiale.

In Lombardia il piano di controllo della radioattività nelle acque potabili è attivo da anni; ad oggi, tutti i controlli svolti hanno sempre dimostrato l’assenza di situazioni critiche.

Nela sezione report è possibile scaricare i risultati delle determinazioni analitiche effettuate sui campioni di acqua potabile.

Punti della rete misurati e relativi range di concentrazione alfa totale

Il CRR (Centro Regionale Radioprotezione) di ARPA Lombardia organizza e gestisce, per conto di Regione Lombardia e in collaborazione con le ATS, il piano dei controlli radiometrici sulle acque potabili previsto dal Decreto Legislativo 28/2016. Anche i gestori degli impianti sono tenuti a partecipare ai controlli effettuando in proprio le analisi e comunicando i risultati ad ARPA e Regione Lombardia.

Dal 2019 il Ministero della Salute chiede alla Regione di stabilire un piano dei controlli che preveda, ogni anno, la selezione di punti di controllo (in particolare si parla di Zone di Fornitura o ZdF, aree in cui l’acqua può essere considerata omogenea dal punto di vista della radioattività) in cui eseguire quattro verifiche all’anno, di cui due da parte di ARPA e due da parte del gestore dell’impianto. Annualmente i risultati del piano regionale dei controlli devono essere inviati all’Istituto Superiore di Sanità che li valuta e li riunisce in un database nazionale.

Il CRR di ARPA Lombardia è attivo nel monitoraggio radiometrico delle acque potabili da circa 20 anni, ben prima delle disposizioni del Ministero della Salute sopra richiamate. In questi anni è stato prodotto un vasto database regionale e numerose pubblicazioni e relazioni specifiche che hanno investigato la maggior parte del territorio regionale, tenendo in considerazione anche la geologia delle varie zone che in particolari condizioni può influenzare il contenuto di radioattività naturale delle acque.

Sono state condotte indagini anche su stazioni termali ed acque minerali prodotte o consumate in Lombardia, anche se non ricomprese nella normativa delle acque potabili.

In alcuni punti selezionati (ad esempio a Milano) sono posizionati alcuni punti di controllo fissi operanti in continuo: nell’arco del mese circa 200 litri d'acqua sono captati su una speciale resina a scambio ionico che ha la proprietà di trattenere le specie radioattive presenti, che viene successivamente sopposta ad analisi mediante spettrometria gamma ad alta risoluzione. Questa tecnica garantisce una sensibilità estremamente elevata e consente di individuare anche eventuali minime tracce di radioisotopi artificiali come il cesio 137. In tre località lombarde, in prossimità degli impianti nucleari di Ispra e Caorso e di una discarica contaminata da cesio 137 (considerati “fonti di pressione”), sono effettuati campionamenti ed analisi specifiche.

La legislazione stabilisce i livelli di riferimento per il contenuto di radioattività nelle acque potabili sia per la radioattività di origine naturale che per quella artificiale, entrambe egualmente importanti dal punto di vista del possibile impatto sulla salute.

In Italia attualmente questi livelli sono stabiliti dal Decreto Legislativo 28/2016 che recepisce la Direttiva europea 2013/51/Euratom ed individua tre parametri da sottoporre a verifica: la concentrazione di trizio (3H), la concentrazione di radon (222Rn) e la dose indicativa. 

Parametro
  
Valore di parametro Limite di rivelazione Unità di misura
Concentrazione di attività di Radon 100 10  Bq/L
Concentrazione di attività di Trizio 100 10 Bq/L
Dose indicativa  0,1 n.a. mSv/a

Valori di parametro per radon, trizio e dose indicativa (Decreto Legislativo 28/2016). Sono riportate anche le sensibilità analitiche richieste dalla norma.

La misura del trizio è obbligatoria solo nel caso in cui siano presenti fonti artificiali di H-3. Il trizio ha anche origine naturale (è un radionuclide cosmogenico che viene prodotto dall’interazione della radiazione cosmica con l’atmosfera), in questo caso però le concentrazioni che è possibile trovare in ambiente e nelle acque sono sempre molto piccole (in genere dell'ordine di alcuni Bq/l).

La misura del radon 222 deve essere effettuata in modo sistematico.

La dose indicativa, che è una misura della quantità di radiazione assorbita dal corpo umano a causa dell’ingestione delle sostanze radioattive contenute nell’acqua, non può essere misurata direttamente ma viene valutata a partire dalla concentrazione di radioattività presente nell’acqua, moltiplicata per opportuni coefficienti di conversione. La norma prevede quindi l'utilizzo di due parametri di screening, l’attività alfa e beta totale, che permettono di quantificare il contenuto complessivo di radioattività e il cui rispetto garantisce, sotto alcune ipotesi, il rispetto del valore di dose di 0,1 mSv/a. L’utilità di questi due parametri di screening è la relativa semplicità con cui possono essere misurati, il che permette di utilizzarli per un esame “preliminare” facilmente realizzabile: solo se i livelli di screening indicati non sono rispettati è necessario un approfondimento analitico mirante ad individuare le concentrazioni di tutti i radionuclidi presenti e calcolare da queste la dose dovuta al consumo di acqua, operazione complessa ma che permette una precisa valutazione della dose totale. 

Parametro di screening Livello di screening Limite di rivelazione Unità di misura
Concentrazione di attività alfa totale 0,1 0,004 Bq/L
Concentrazione di attività beta totale 0,5 0,2 Bq/L

Parametri di screening per attività alfa e beta totale e sensibilità richieste (Decreto Legislativo 28/2016)

Bisogna notare infine che in questa regolamentazione non vengono indicati veri e propri limiti ma “valori di parametro” intesi come indicatori “al di sopra dei quali è obbligatorio valutare se la presenza di sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano costituisca un rischio per la salute umana tale da richiedere un intervento” (D. Lgs. 28/2016 Art. 2, punto e), introducendo quindi il concetto di valutazione “radioprotezionistica”. 

In conclusione, nella campagna di controllo, devono essere misurate la concentrazione di radon 222 e di attività alfa e beta totale. Se queste ultime (una o entrambe) sono superiori ai livelli di screening (rispettivamente 0,1 e 0,5 Bq/l) vanno effettuate delle indagini di approfondimento misurando i singoli radionuclidi (solitamente l’uranio e il radio 226 per la componente alfa ed il potassio 40 e il radio 228 per la componente beta), passaggio necessario per procedere con il calcolo preciso della dose indicativa. Se a valle di questi approfondimenti viene appurato il superamento del valore di parametro per la dose indicativa, deve essere attivato uno stretto programma di controllo specifico e studiate azioni per ridurre la radioattività. Nella nostra regione, nonostante i controlli proseguano ormai da più di vent’anni, questa eventualità non si è ancora mai verificata.

Per la misura della radioattività in acqua è necessario ricorrere a metodi radiochimici di laboratorio. Possono essere utilizzate diverse tecniche, tuttavia negli ultimi anni quella della scintillazione liquida (LSC) è diventata, in questo settore, la più diffusamente utilizzata.

Il CRR di ARPA Lombardia ha sviluppato negli anni metodi basati sulla scintillazione liquida per la misura dell’attività alfa e beta totale, del radon 222, dell’uranio e del radio nelle acque che sono stati oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche e che sono stati recepiti come metodi standard internazionali (ISO).

Più in generale, presso i laboratori del CRR sono disponibili tecniche radiochimiche per la misura di tutte le principali specie radioattive naturali e artificiali, tra cui:

  • isotopi dell'uranio
  • isotopi del torio
  • isotopi del radio
  • isotopi del plutonio
  • radon 222
  • americio 241
  • piombo 210
  • polonio 210
  • stronzio 90
  • trizio

Negli anni sono stati organizzati presso la sede di Milano diversi stage formativi e workshops su questo argomento la cui documentazione è disponibile in rete.

Allo scopo di condividere la propria esperienza in questo settore, ARPA Lombardia ha partecipato a programmi di sostegno ad altri Paesi europei (Twinning Projects), come la Polonia e l’Estonia, dove si era manifestato in modo più rilevante il problema della radioattività nelle acque potabili.

La legge (Decreto Legislativo 28/2016) richiede che i laboratori incaricati delle analisi sulle acque forniscano specifiche garanzie di qualità, necessarie per attestare la correttezza dei risultati analitici che producono; lo standard di assicurazione della qualità dei dati analitici più diffuso a livello internazionale è l’accreditamento dei metodi di prova secondo la norma ISO/IEC 17025 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”.
Per l’esecuzione delle misure sono disponibili metodi normati che possono essere emessi dalle organizzazioni di standardizzazione nazionali (UNI), europee (EN) o mondiali (ISO). L’esistenza di procedure normate consente di avere a disposizione procedure di misura collaudate e affidabili e facilita in modo rilevante il lavoro dei laboratori di misura anche per quanto riguarda le complesse procedure di accreditamento.
In questi ultimi anni la ISO (International Organization for Standardization), ai cui lavori il CRR di ARPA Lombardia partecipa attivamente, ha molto ampliato il catalogo di metodi normati per la misura della radioattività in acqua; la maggior parte di queste procedure sono state recepite anche a livello europeo e nazionale.

Serie radioattive naturali del torio e dell'uranio

L’acqua potabile proveniente sia dalla falda che da acque di superficie (fiumi, laghi ed invasi artificiali) contiene normalmente sostanze radioattive naturali. La presenza di radionuclidi di origine naturale nelle acque è un fatto normale dovuto a fenomeni di natura geologica: il contatto dell’acqua con le rocce dell’acquifero in cui si forma provoca una graduale erosione di queste che rilasciano nell’acqua gli elementi che le costituiscono, compresi quelli radioattivi, in particolare gli isotopi appartenenti alle serie naturali dell’uranio e del torio.

Nelle acque, inoltre, possono essere presenti radionuclidi “cosmogenici”, generati cioè nell’atmosfera per azione dei raggi cosmici, ad esempio il trizio; questi ultimi però costituiscono solo una piccola porzione della radioattività totale, soprattutto nelle acque sotterranee. Al contrario nelle acque di falda la presenza di radon 222 è spesso rilevante se confrontata agli altri radioisotopi presenti, questo perché il radon è un gas nobile che può filtrare attraverso le fessurazioni delle rocce sotterranee profonde sino a raggiungere l’acquifero e dissolversi nell’acqua. Nelle acque di falda lombarde, ad esempio, la concentrazione di radon 222 è dell’ordine delle decine di Bq/kg, la concentrazione di trizio cosmogenico è inferiore a 5 Bq/kg e la concentrazione di uranio è dell’ordine di 0,1 Bq/kg: anche se in valore assoluto l’uranio ha la concentrazione più bassa, si tratta dell’elemento potenzialmente più pericoloso tra i tre.

Anche alcuni radionuclidi artificiali, immessi nell’ambiente a seguito di processi industriali o in relazione ad eventi incidentali (Chernobyl, Fukushima), possono essere presenti nelle acque superficiali; al contrario la loro presenza nella falda profonda è estremamente improbabile.

Punti di controllo della rete e relativi range di concentrazione di attività Alfa totale e Uranio totale.

In Lombardia il piano di controllo della radioattività nelle acque potabili è attivo da anni; ad oggi, tutti i controlli svolti hanno sempre dimostrato l’assenza di situazioni critiche. I due grafici riportano i risultati delle determinazioni analitiche effettuate nel periodo 2008 - 2023, in base ai piani di controllo stabiliti. In particolare il primo grafico riporta la concentrazione di attività alfa totale. Il secondo grafico riporta la concentrazione di attività Uranio totale (alfa emettitore); si ricorda che questo parametro viene determinato quando si rende necessario effettuare delle indagini di approfondimento in seguito al superamento del cosiddetto livello di screening pari a 0,1 Bq/l per la concentrazione di attività alfa totale. Come già detto, in tutti i casi i valori misurati hanno confermato il pieno rispetto dei parametri di legge.

Nella sezione Approfondimenti - Report analisi acque 2008-2023, è possibile scaricare il file con i risultati delle determinazioni analitiche effettuate sui campioni di acqua potabile prelevata nei comuni della regione, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2023.

Dal menù a tendina del campo “Comune”, è possibile selezionare il comune di interesse per evidenziare i risultati analitici, espressi in termini di concentrazione di attività Bq/L (Becquerel/litro). La presenza del simbolo < associato al valore di concentrazione di attività  indica che nel campione analizzato non è stata individuata la presenza di alcuna contaminazione; in questi casi il valore riportato è quello della sensibilità analitica del metodo. 

Nel file sono riportati i radionuclidi di origine naturale presenti nelle acque potabili (attività alfa e beta totale, trizio, radio 226, radon 222, piombo e polonio 210, uranio naturale), a cui sono stati aggiunti il Cesio 137 e lo Stronzio 90, radionuclidi di origine artificiale che possono ancora essere presenti in ambiente in seguito ai diversi incidenti occorsi in impianti nucleari in questi ultimi decenni.

Data ultimo aggiornamento: 04/06/2024

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04/06/2024

Data inserimento: 04/06/2024

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04/06/2024

Struttura responsabile del contenuto informativo: Radioattività

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Struttura responsabile della pubblicazione: Comunicazione

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