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Temperature elevate: il rapporto sul clima 2022 di Arpa Lombardia

01/08/2023

Un 2022 caratterizzato, secondo il rapporto ambientale di Arpa Lombardia, da temperature record, le più elevate da quando vengono eseguite le rilevazioni, per Milano addirittura dal 1763. La stazione di Milano Brera, con serie centenaria, ha registrato infatti un’anomalia positiva di temperatura media di quasi 2 °C rispetto al valore medio del trentennio 1991-2020, mentre la grave scarsità di precipitazioni, su tutto il territorio lombardo, ha toccato deficit tra il 60% e il 70% dell’accumulo annuale medio dello stesso periodo.

Il nuovo rapporto ambientale redatto da Arpa Lombardia analizza nel dettaglio gli aspetti meteorologici del 2022 inserendoli all’interno del contesto climatico degli ultimi 30 anni, ma valuta anche le gravi ripercussioni prodotte sul territorio dalla difficile gestione della risorsa idrica e dalle conseguenze di un cambiamento climatico che richiede sempre più soluzioni di lungo periodo capaci di guardare al futuro. 

Ecco alcune anticipazioni sui principali aspetti ambientali trattati:

Estati sempre più calde
Negli ultimi due decenni si è assistito ad un incremento delle temperature medie estive a causa di frequenti e prolungati periodi caratterizzati da stabilità atmosferica (anticiclonici) e dall’afflusso verso il Mediterraneo di aria calda di origine africana, quindi da prolungate e intense “ondate di calore”. Ad oggi, il 2022 rappresenta l’anno con il maggior numero di “giorni caldi” a partire dal 1951. Inoltre, dall’analisi dei fenomeni temporaleschi degli ultimi anni, emerge una tendenza all’incremento della quantità di piogge intense sulle Prealpi, mentre sulla pianura si registra una diminuzione del numero di eventi a fronte però di un aumento relativo della frequenza di quelli di maggiore intensità. 

Riserve idriche ai minimi dal 2006
Le precipitazioni mensili si sono mantenute sempre al di sotto della media ad eccezione dei mesi di settembre e dicembre. In particolare, il deficit di precipitazioni dell’inverno 2021-2022 ha avuto effetti significativi sulle riserve idriche: già a inizio giugno si registrava la fusione completa della neve sulle Alpi, a fine estate il deficit complessivo delle riserve idriche era quasi del 58 %, con una punta del 70% per quanto concerne il riempimento dei laghi. 

Complessivamente, sono stati registrati solamente 750 mm di precipitazione cumulata media a livello regionale, un valore inferiore sia alla media del periodo di riferimento 2006-2020 (-36%) che al minimo registrato nel 2015 (-8%).

Ghiacciai lombardi sempre più ridotti
Il 2022 è stato l’anno peggiore anche per quanto riguarda il ritiro dei ghiacciai, che rispondono in modo diretto e rapido al cambiamento climatico, soprattutto in termini di riduzione della massa glaciale. A causa dell'effetto combinato di elevate temperature durante la stagione estiva, anche protratte all’inizio del periodo autunnale, e di precipitazioni invernali assai ridotte, il bilancio di massa glaciale è stato fortemente negativo, coerente con quanto registrato a più larga scala sulle Alpi e a livello globale. Dalle analisi effettuate per esempio sul ghiacciaio di Alpe Sud, sul massiccio del Monte Sobretta (3296 metri s.l.m. in Alta Valtellina - Sondrio), si è registrata una perdita di circa il 37% rispetto all’estensione del 2021 e del 77% rispetto al 2006.

Aumento di eventi franosi di superficie
Elevate temperature e precipitazioni intense contribuiscono ad una maggiore vulnerabilità del territorio a possibili eventi franosi. Uno degli eventi più significativi del 2022 è rappresentato dalla colata liquido solida avvenuta in Val Camonica nel mese di luglio, a seguito di un forte temporale tra i comuni di Niardo e Bione (BS).

Tuttavia, il grave stato di siccità si è manifestato come fattore positivo per la stabilizzazione delle grandi frane: movimenti franosi di milioni o decine di milioni di metri cubi, che presentavano abitualmente movimenti pluricentimetrici o addirittura pluridecimetrici, nel 2022 si sono attestati sui minimi storici.

Incendi in generale calo negli ultimi 30 anni, ma quasi 500 eventi nel 2022
Le condizioni siccitose hanno determinato condizioni favorevoli all’innesco e allo sviluppo di numerosi incendi sulla regione, ben 486, il dato più elevato dal 1993 e il quinto più alto dell’intera serie dal 1975. Il numero più elevato spetta alla provincia di Brescia con 122 incendi, seguita dalle province di Bergamo (79) e di Varese (70).

Ufficio stampa Arpa Lombardia 

 

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