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Air Implementation Pilot (2012-2013)

Revisione della normativa europea sulla qualità dell’aria

“Air Implementation Pilot – Lessons learnt from the implementation of air quality legislation at urban level” (Lezioni apprese dall’attuazione della legislazione sulla qualità dell’aria in ambito urbano), è un progetto pilota voluto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environment Agency - EEA) e dalla Commissione Europea - Direzione Generale Ambiente, nell’ambito del processo di revisione della normativa europea sulla qualità dell’aria, per condividere le esperienze positive ma anche per individuare le principali difficoltà che spesso rendono difficile il conseguimento dei limiti previsti dalla legislazione.

Il progetto, durato 15 mesi, dalla primavera 2012 a giugno 2013, ha riguardato in particolare le realtà urbane, considerando che circa tre quarti della popolazione europea vive nelle città. Sono state selezionate da parte della Commissione e dell’Agenzia Europea per l’Ambiente 12 aree metropolitane/ città d’Europa: Milano, Madrid, Parigi, Berlino, Vienna, Praga, Dublino, Anversa, Malmo, Vilnius, Plodiv e Ploiesti. Per Milano, coerentemente a quanto previsto dalla normativa sulla qualità dell’aria come territorio di riferimento è stato considerato l’agglomerato definito dalla D.g.r. n. 2605 del 30 novembre 2011 .

Il progetto ha visto la partecipazione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, della Commissione Europea, dei tecnici del Centro Tematico per l’inquinamento atmosferico e la mitigazione dei cambiamenti climatici (ETC/ACM), oltre che degli esperti delle diverse realtà territoriali coinvolte.

ARPA Lombardia è stata invitata a partecipare al progetto insieme a Regione Lombardia (autorità competente in materia per la legislazione italiana ex D.Lgs. 155/10) e al Comune di Milano. ARPA ha contribuito attivamente ai lavori, partecipando ai diversi incontri convocati dall’EEA e predisponendo – di concerto con Regione Lombardia e Comune di Milano - il materiale preparatorio di volta in volta richiesto dai tecnici dell’Agenzia Europea o del Centro Tematico ETC/ACM . ​

Il progetto ha identificato cinque principali aree di lavoro che riflettono l’effettivo percorso di attuazione della normativa sulla qualità dell’aria: l’inventario delle emissioni, utile a capire quali sono e dove sono poste le principali sorgenti di inquinamento; la modellistica di dispersione che permette di capire i processi che sottostanno all’inquinamento atmosferico; le reti di rilevamento, che permettono di seguire l’evoluzione della qualità dell’aria; le misure di miglioramento intraprese; le modalità di informazione al pubblico.​

Milano è risultata in linea con le altre città esaminate per quanto riguarda i principali strumenti di valutazione dello stato della qualità dell’aria (rete di rilevamento, inventario delle emissioni, modellistica) e di informazione al pubblico. ​

A Milano ed alla Lombardia è stato riconosciuto di aver messo in atto azioni su più fronti, da quello di efficientamento energetico degli edifici (pag. 38 ), a quello industriale (pag.39), fino a quello del traffico - con l’introduzione di limitazioni alla circolazione ai veicoli più inquinanti durante l’inverno estese su più aree del territorio regionale (pag. 40). E’ stato peraltro riconosciuto come importante il provvedimento lombardo di divieto dell’uso degli apparecchi a legna più vecchi nelle città e nelle aree sotto i 300 m di quota (pag. 62). Allo stesso modo, Milano è risultata tra le poche aree che hanno cominciato ad affrontare il problema della riduzione di ammoniaca dal comparto agricolo (pag. 39), che pure appare dare un contributo non trascurabile all’inquinamento atmosferico. ​

A fronte delle azioni di riduzione delle emissioni, in tutte le città considerate, Milano compresa, è stato evidenziato un trend decrescente delle concentrazioni di PM10 (pag. 61, pag. 70). Come ben noto, però, i limiti e gli obbiettivi che la normativa prevede non sono ancora conseguiti né per il PM10 né per altri inquinanti, quali il biossido di azoto, l’ozono e, in alcune aree, il benzo(a)pirene. ​

Nel progetto il fattore meteorologico è stato individuato al proposito come sicuramente importante, nel caso di Milano purtroppo, in senso negativo: con la sua posizione al centro della valle del Po, la velocità del vento in città è molto limitata, le inversioni termiche sono frequenti e la dispersione degli inquinanti è sicuramente sfavorita (pag. 52). ​

Il confronto tra le esperienze delle diverse città ha evidenziato che per proseguire sulla strada di riduzione dell’inquinamento atmosferico, ulteriori passi sono però ancora necessari. ​

In particolare, il traffico rimane tuttora una delle sorgenti principali di inquinamento atmosferico (pag. 37, pag. 60), sebbene molto sia già stato fatto con l’introduzione della marmitta catalitica e del filtro antiparticolato, oltre che con il miglioramento progressivo dei carburanti. Senza abbassare la guardia sulle altre fonti, è stata da più partecipanti sottolineata la necessità di proseguire nel miglioramento tecnologico dei veicoli (è necessario ridurre le emissioni di ossidi di azoto dai motori e quelle di particolato derivante dall’usura di freni e pneumatici) (pag. 61). Inoltre, va perseguita la riduzione dei chilometri percorsi dagli automezzi privati, soprattutto in ambito urbano (pag. 63). ​

La combustione della legna per il riscaldamento domestico è una sorgente di PM10 e Benzo(a)pirene importante, non solo in montagna ma anche nelle aree urbane e suburbane (pag. 40, pag. 62). Dal progetto è emerso che un percorso di miglioramento emissivo, sia a livello tecnologico che normativo analogo a quello delle classi Euro dei veicoli deve essere avviato anche per le stufe ed i caminetti a legna, così da poter rendere questa fonte, importante per combattere i cambiamenti climatici, compatibile con la qualità dell’aria delle nostre valli e delle nostre città (pag. 42, pag. 64). ​

Durante il progetto è stata inoltre sottolineata la necessità di continuare con il supporto da parte dell’Unione Europea alle ricerche scientifiche e tecnologiche per il miglioramento della qualità dell’aria, così come della disponibilità di adeguati fondi mirati a finanziare specificamente le aree più svantaggiate, ad esempio dal punto di vista meteorologico, affinché il conseguimento dei limiti previsti dalla normativa diventi effettivamente possibile (pag. 63). ​

Il progetto è stato un importante momento per confrontare il punto di vista di vista del legislatore europeo con le diverse realtà locali, finalizzato a individuare un percorso utile a superare le difficoltà a conseguire gli obbiettivi previsti. Considerando che spesso le sorgenti esterne alle città contribuiscono ai livelli di inquinamento atmosferico delle aree urbane in percentuale anche maggiore a quella delle sorgenti locali (pag. 61), al proposito, il progetto ha ben evidenziato come sia necessaria una sinergia tra le azioni a tutti i livelli, da quello locale, a quello di bacino aerologico (la valle del Po nel caso di Milano), a quello nazionale fino a quello europeo ed internazionale (pag. 63). ​

Il report conclusivo del progetto, a cui si riferiscono i numeri di pagina riportati di seguito, è stato pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Report EEA n. 7/2013) ed è disponibile anche all’indirizzo: https://www.eea.europa.eu/publications/air-implementation-pilot-2013