Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti. Per saperne di più consulta la Consulta la PRIVACY POLICY.

L'utilizzo di cookie di terze parti, comunque responsabili del trattamento, consente di attivare l'incorporamento di elementi necessari al funzionamento del social network Twitter e dell'interprete di dati geografici OpenStreetMap. Prima di proseguire la navigazione scegli quali accettare dei suddetti Cookie per attivare il relativo elemento, oppure clicca su "Chiudi e rifiuta tutto".

Salta al contenuto principale
800.061.160

Progetto MONARPOP (2003-2007)

Monitoraggio dei POPs (inquinanti organici persistenti) e di altri inquinanti nella regione alpina, al fine di stabilire la concentrazione di questi inquinanti nell’ambiente alpino.

Il progetto MONARPOP “MOnitoring Network in the Alpine Region for Persistent and other Organic Pollutants”, co-finanziato dal programma Interreg IIIB Spazio Alpino (2003 - 2007), guidato dal Ministero dell’Ambiente austriaco, ha visto la collaborazione di dieci istituzioni (Agenzie ambientali e Università) di Austria, Italia, Germania, Svizzera e Slovenia che hanno creato, nell’ambito del progetto, una rete di monitoraggio dei POPs (inquinanti organici persistenti) e di altri inquinanti nella regione alpina, al fine di stabilire la concentrazione di questi inquinanti nell’ambiente alpino.
E’ stata implementata una rete di monitoraggio costituita da 40 stazioni di rilevamento collocate in aree forestali remote tra 1200 e 1400 m s.l.m. dove sono stati studiati gli aghi di conifera, la lettiera del bosco e il suolo. Sono inoltre stati studiati 7 profili verticali per lo studio della distribuzione altitudinale di tali sostanze e 3 siti in alta quota per la misura delle concentrazioni in aria e nelle deposizioni atmosferiche di POPS.

Gli inquinanti organici persistenti, in inglese (POPs) sono un gruppo di sostanze di diversa natura chimica che hanno in comune quattro proprietà:

  • sono molto tossiche;
  • resistono alla degradazione nell’ambiente esterno;
  • possono essere trasportate per lunghe distanze;
  • si accumulano nei tessuti grassi.

Vista la loro capacità di essere trasportati a lunghe distanze i POPs si trovano praticamente in tutte le parti del pianeta compresi i siti più remoti come l’Artico e l’Antartide. Per questo motivo prendere provvedimenti a livello nazionale non basta per evitare la loro diffusione. Per far fronte al rischio che queste sostanze rappresentano per la salute e per l’ambiente l’11 maggio 2001 è stata sottoscritta la Convenzione Internazionale di Stoccolma che regolamenta la produzione, l’utilizzo e lo smaltimento di 12 pericolosi POPs noti come “La sporca dozzina”. La Convenzione è stata sottoscritta da 90 Paesi, tra i quali anche l’Italia ed è entrata in vigore nel maggio 2004. Per garantire la sua efficacia, la Convenzione prevede fra l’altro meccanismi per la valutazione continua di nuove sostanze da inserire nell’elenco di quelle regolamentate. Ad esempio, una delle famiglie di composti valutata è quella degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

I POPs tendono ad accumularsi nelle aree fredde e con elevate precipitazioni come le Alpi. I POPs presenti nell’ambiente possono penetrare negli organismi viventi ed entrare nella catena alimentare. A mano a mano che risalgono i livelli della catena alimentare le concentrazioni di queste sostanze aumentano fino a raggiungere valori migliaia di volte superiori rispetto a quelle di fondo (fenomeno chiamato biomagnificazione). Anche gli esseri umani, essendo all’apice della catena alimentare, sono soggetti ad assumere i POPs attraverso l’alimentazione in quantitativi normalmente molto bassi.

Gli effetti dei POPs sulla salute dipendono dal tipo di esposizione. Il contatto diretto con queste sostanze può produrre effetti acuti. Studi fatti sulla popolazione esposta a elevate concentrazioni di POPs (come ad esempio la diossina a Seveso) hanno permesso di conoscere gli effetti di questi composti sulla salute. L’esposizione a bassi dosaggi per lunghi periodi potrebbe tuttavia produrre effetti più subdoli e al contempo più diffusi. L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ritiene che almeno una delle forme di diossina (2,3,7,8 TCDD) sia cancerogena per gli esseri umani (IARC, Monografia n. 69, 1997). Inoltre, altri POPs, tra quelli regolamentati dalla Convenzione di Stoccolma, sono classificati come probabili cancerogeni per l’uomo (http://monographs.iarc.fr)

Le foreste di conifere delle aree montuose ricevono un carico relativamente elevato di questi inquinanti in quanto, per la rugosità della chioma e per il rivestimento ceroso delle foglie aghiformi, costituiscono un’efficiente trappola per i POPs trasportati dal vento. Inoltre, l’elevato contenuto di materia organica del suolo contribuisce all’accumulo dei POPs presenti nelle deposizioni atmosferiche e nella lettiera del bosco. Malgrado le Alpi vengano riconosciute come un importante recettore per i POPs trasportati da aree distanti, non esistevano finora studi scientifici sistematici sull’arco alpino che quantificassero l’entità del problema.

I risultati del progetto Monarpop sono stati presentati il 31 Ottobre 2007 in una Conferenza Internazionale organizzata da ARPA Lombardia Dipartimento di Sondrio alla quale hanno partecipato i maggiori esperti nazionali ed internazionali sull’argomento.
Lo studio conclude che per molti inquinanti le concentrazioni più elevate si osservano nelle aree periferiche delle Alpi indicando che queste agiscono da barriera per i POPs. Inoltre, sono state rilevate concentrazioni di inquinanti il cui utilizzo è vietato da molti anni, ad indicazione che questi composti perdurano nell’ambiente per decenni. Le concentrazioni di alcuni inquinanti negli aghi di conifera sono inferiori rispetto a dieci anni fa ma le concentrazioni nell’humus non sono cambiate significativamente. Questo significa che le misure di controllo stanno dando effetti positivi, ma che la persistenza di questi composti è molto rilevante.
Le informazioni raccolte indicano che, oltre al trasporto da lunga distanza, alcuni POPs sono emessi da fonti locali (IPA). Alcuni inquinanti (diossine, PCB) presentano concentrazioni più elevate sul versante nord delle Alpi rispetto al versante sud, mentre per altri (PBDE) i valori crescono verso est, con livelli più elevati in Slovenia e in Austria orientale. Visti i risultati altamente positivi del progetto è stata presentata alle autorità del Programma Spazio Alpino una domanda di finanziamento per estendere il monitoraggio con maggiore dettaglio sul versante sud delle Alpi e alla Francia, allargando contemporaneamente il numero di enti partecipanti. Il nuovo progetto prevede anche lo studio della presenza di questi inquinanti nella catena alimentare.

Sostanze regolamentate dalla Convenzione di Stoccolma