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Acque di Falda | Rete di Monitoraggio

Rete di Monitoraggio Qualitativa - Acque di Falda

La rete di monitoraggio regionale delle acque sotterranee di ARPA Lombardia è composta da circa 450 punti tra pozzi e piezometri mediante i quali viene eseguito il monitoraggio chimico ai sensi delle normative vigenti, ed il cui obiettivo è il raggiungimento dello Stato Chimico Buono. La distribuzione provinciale dei punti è la seguente: Bergamo 8%, Brescia 12%, Como 6%, Cremona 9%, Lecco 5%, Lodi 7%, Monza 4%, Milano 15%, Mantova 11%, Pavia 13%, Sondrio 3%, Varese 7%. Nel corso del tempo è stata operata un’importante rivisitazione delle reti di monitoraggio, effettuando valutazioni di dettaglio sul territorio regionale, al fine di applicare i criteri per la selezione dei siti di monitoraggio previsti a livello normativo e sulla base delle caratteristiche idrogeologiche dei diversi corpi idrici sotterranei e delle pressioni su di essi esistenti.

Nitrati - Valori Medi - 2021

La Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati) si pone l'obiettivo di ridurre e prevenire l'inquinamento delle acque causato dai nitrati di origine agricola. Obiettivo prioritario della Direttiva nitrati è che le Regioni individuino nel proprio territorio le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola e che definiscano programmi di azione, da applicare all'interno di tali aree. La concentrazione di Nitrati nelle acque sotterranee viene determinata da ARPA Lombardia su tutti i punti di campionamento della rete di monitoraggio regionale dello stato delle acque sotterranee. Esiste tuttavia una rete di analisi specifica, realizzata al fine di identificare in modo più puntuale e specifico l’inquinamento da Nitrati; tale rete, a partire dall’anno 2016 risulta composta di 255 stazioni.

Nel corso del 2021 sono state eseguite due campagne di monitoraggio relativamente alle acque sotterranee. Dei 468 punti appartenenti alla rete di monitoraggio qualitativo analizzati nel corso del 2021, 247 si trovano all'interno delle ZVN e 221 sono posti esternamente alle ZVN. All'interno delle ZVN sono stati monitorati 129 punti appartenenti all'idrostruttura superficiale (ISS) e di questi circa il 9% ha evidenziato una concentrazione in nitrati superiore al limite di legge (50 mg/l), mentre il 20% circa ha superato il limite di attenzione (40 mg/l). L'idrostruttura intermedia (ISI) all'interno delle ZVN è rappresentata da 80 punti di monitoraggio dei quali in nessun caso è stato superato il limite di legge mentre circa il 6% ha superato il limite d'attenzione . L'idrostruttura profonda (ISP), analizzata in 29 punti di monitoraggio, non ha mai evidenziato superamenti del limite di legge, mentre ha presentato circa il 3,5% di superamenti del limite d'attenzione. Gli Acquiferi Locali, rappresentati da 9 punti, hanno superato il limite d'attenzione nell' 11% dei punti analizzati. All'esterno delle ZVN, dei 98 punti rappresentanti l'idrostruttura superficiale, solamente il 2% circa ha superato il limite di legge e il 2% circa il limite d'attenzione. L'idrostruttura Intermedia non ha manifestato il superamento dei limiti, così come l'idrostruttura Profonda, gli Acquiferi di Fondovalle e gli Acquiferi Locali.

I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari (Reg. CE 1107/2009), utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e i biocidi (Reg. UE 528/2012), impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.). Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi.

La Lombardia rappresenta una delle Regioni italiane a maggiore vocazione agricola, e di conseguenza una delle Regioni con maggiore vendita e utilizzo di pesticidi.

ARPA Lombardia, con le reti di monitoraggio qualitativo, analizza la maggior parte dei pesticidi commercializzati e utilizzati nella Regione.

I dati di monitoraggio sono disponibili al seguente link: Dati di monitoraggio.

I Rapporti Nazionali Pesticidi sono consultabili al seguente link: Portale di monitoraggio dei Pesticidi - Rapporti (isprambiente.it)

Una misura atta a regolamentare l'utilizzo dei pesticidi sul territorio regionale è rappresentata dall'attuazione in Lombardia del Piano di Azione Nazionale per l'uso Sostenibile dei Prodotti Fitosanitari, consultabile al seguente link: PAR (regione.lombardia.it)

CID - Concentrazione Inquinamento Diffuso: concentrazioni delle sostanze rappresentative della situazione di inquinamento diffuso.

Un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere.

Uno o più strati sotterranei di roccia o altri strati geologici di porosità e permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque sotterranee.

Sistema di relazioni tra i complessi idrogeologici tridimensionali, omogenei al loro interno, identificati per le modalità con cui si attua la circolazione idrica, e per i limiti che la separano dai complessi adiacenti, identificate in Lombardia come ISS (idrostruttura sotterranea superficiale), ISI (idrostruttura sotterranea intermedia) e ISP (idrostruttura sotterranea profonda).

L'inquinamento diffuso è definito dal D.Lgs.152/2006 come la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine.

Limite di Quantificazione di un analita, al di sotto del quale non può essere non può essere quantificato con sufficiente probabilità statistica (i valori inferiori ad un LOQ vengono identificati come < di tale valore).

Prima della definizione della rete e del programma di monitoraggio, per ciascun corpo idrico sotterraneo individuato è necessario definire un modello concettuale (Allegato 1, parte C del D.Lgs. 30/09). Il modello concettuale rappresenta il sistema delle acque sotterranee sulla base delle conoscenze delle caratteristiche naturali, delle pressioni e degli impatti. La normativa prevede la ricostruzione della geometria dei principali acquiferi o corpi idrici, delle relazioni tra corpi idrici superficiali e sotterranei, per giungere alla definizione di un modello concettuale, rappresentato da “una schematizzazione idrogeologica semplificata del sottosuolo e una prima parametrizzazione degli acquiferi”.

Questa rete di monitoraggio è finalizzata ad integrare e validare la caratterizzazione e la identificazione del rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono stato chimico, oltre a fornire informazioni utili a valutare le tendenze a lungo termine delle condizioni naturali e delle concentrazioni di inquinanti derivanti dall’attività antropica, in concomitanza con l’analisi delle pressioni e degli impatti. Il monitoraggio di Sorveglianza viene svolto su tutti i punti di monitoraggio, almeno una volta nell’ambito di un Piano di Gestione del bacino idrografico, prevedendo sia i parametri di base che gli addizionali.

Questa rete di monitoraggio è finalizzata a stabilire lo stato di qualità di tutti i corpi idrici definiti a rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono stato chimico e stabilire la presenza di significative e durature tendenze ascendenti nella concentrazione degli inquinanti. su tutti i punti dei corpi idrici sotterranei sottoposti a questo tipo di monitoraggio si prevede la determinazione dei parametri di base che comprendono anche i nitrati, mentre i parametri delle altre categorie sarebbero selezionati sulla base di un criterio di sito specificità, secondo modalità che tengono conto della presenza delle pressioni gravanti sul territorio e considerando sia i risultati pregressi che quelli del primo ciclo di monitoraggio.

Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola, nelle quali la qualità delle acque è compromessa o rischia di diventarlo, a causa della presenza di pressioni di tipo agricolo. In tali aree è consentito un apporto annuo di azoto di origine zootecnica al campo pari a 170 kg/ha

"Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale"

È stato emanato ad integrazione delle disposizioni di cui alla Parte terza del D.Lgs. 152/06, e definisce misure specifiche per prevenire e controllare l'inquinamento ed il depauperamento delle acque sotterranee, mediante l’ identificazione di criteri per la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei, la definizione di standard di e valori soglia necessari alla valutazione del buono stato chimico delle acque sotterranee, criteri per  l’individuazione delle tendenze significative e l’inversione delle stesse all'aumento dell'inquinamento e per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza, individuazione di criteri per  la classificazione dello stato quantitativo e scelta delle  modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo.

Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell'ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152.

Decreto Ministeriale 6 luglio 2016 GU n. 165 del 16 luglio 2016 “Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l’allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”.

Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

Direttiva 2006/118/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento

Direttiva 91/676/CEE del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

linea guida 155/2017 “Linee guida recanti la procedura da seguire per il calcolo dei valori di fondo per i corpi idrici sotterranei (D.M. 6 luglio 2016)”

linea guida 157/2017 “Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei

linea guida 161/2017 “Linee guida per la valutazione delle tendenze ascendenti e di inversione degli inquinanti delle acque sotterranee (D.M. 6 luglio 2016)”

Il Piano di Gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.lgs 152/06 e ss.mm.iii, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico.

È stato emanato in attuazione delle Legge Delega 308 del 15 dicembre 2004 ed ha riunito e coordinato in un unico corpus la disciplina normativa dei differenti settori del diritto ambientale, introducendo sostanziali modifiche alla legislazione preesistente; in particolare il Titolo II della Parte Terza disciplina, in recepimento alla  Direttiva 2000/60/CE, il tema delle risorse idriche definendo, in particolare, gli obiettivi di qualità che i corpi idrici, superficiali e sotterranei, devono raggiungere. Abroga il previgente decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152.

A seguito all’approvazione del D.lgs. 152/06, sono stati emanati alcuni decreti attuativi, tra cui si segnalano:

  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 16 giugno 2008, n. 131 “Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni)”.
  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 8 novembre 2010, n. 260, “Criteri tecnici per la classificazione – modifica norme tecniche Dlgs 152/06”.
  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 27 novembre 2013, n. 156 “Regolamento recante i criteri tecnici per l'identificazione dei corpi idrici artificiali e fortemente modificati per le acque fluviali e lacustri, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo”.

La normativa sulla tutela delle acque superficiali trova il suo principale riferimento nella Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque. In Italia è stata recepita con il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale".

La direttiva persegue obiettivi ambiziosi: prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.

Il Piano di Gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.lgs 152/06 e ss.mm.iii, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico.

Piano di Tutela delle Acque (PTA) è lo strumento di pianificazione per la tutela qualitativa e quantitativa delle acque. La legge regionale n. 26 del 12 dicembre 2003 individua le modalità di approvazione del PTA previsto dalla normativa nazionale.

Il PTA è formato da:

  • Atto di indirizzi, approvato dal Consiglio regionale con delibera n. 929 del 2015, che contiene gli indirizzi strategici regionali in tema di pianificazione delle risorse idriche
  • Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), approvato dalla Giunta regionale, che costituisce, di fatto, il documento di pianificazione e programmazione delle misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Il PTUA 2016 è stato approvato con d.g.r. n. 6990 del 31 luglio 2017, pubblicata sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia n. 36, Serie Ordinaria, del 4 settembre 2017. Il PTUA 2016 costituisce la revisione del PTUA 2006, approvato con d.g.r. n. 2244 del 29 marzo 2006.

Nel 2022 Regione Lombardia ha avviato il percorso di aggiornamento del PTA.

Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche.

Agenzia Europea dell'Ambiente

Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po

Geoportale della Regione Lombardia

Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)

Piano di Gestione 2021 - Piano Acque

PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE

Sistema Informativo Nazionale per la Tutela delle Acque Italiane

Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente

CID - Concentrazione Inquinamento Diffuso: concentrazioni delle sostanze rappresentative della situazione di inquinamento diffuso.

Un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere.

Uno o più strati sotterranei di roccia o altri strati geologici di porosità e permeabilità sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative di acque sotterranee.

Sistema di relazioni tra i complessi idrogeologici tridimensionali, omogenei al loro interno, identificati per le modalità con cui si attua la circolazione idrica, e per i limiti che la separano dai complessi adiacenti, identificate in Lombardia come ISS (idrostruttura sotterranea superficiale), ISI (idrostruttura sotterranea intermedia) e ISP (idrostruttura sotterranea profonda).

L'inquinamento diffuso è definito dal D.Lgs.152/2006 come la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine.

Limite di Quantificazione di un analita, al di sotto del quale non può essere non può essere quantificato con sufficiente probabilità statistica (i valori inferiori ad un LOQ vengono identificati come < di tale valore).

Prima della definizione della rete e del programma di monitoraggio, per ciascun corpo idrico sotterraneo individuato è necessario definire un modello concettuale (Allegato 1, parte C del D.Lgs. 30/09). Il modello concettuale rappresenta il sistema delle acque sotterranee sulla base delle conoscenze delle caratteristiche naturali, delle pressioni e degli impatti. La normativa prevede la ricostruzione della geometria dei principali acquiferi o corpi idrici, delle relazioni tra corpi idrici superficiali e sotterranei, per giungere alla definizione di un modello concettuale, rappresentato da “una schematizzazione idrogeologica semplificata del sottosuolo e una prima parametrizzazione degli acquiferi”.

Questa rete di monitoraggio è finalizzata ad integrare e validare la caratterizzazione e la identificazione del rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono stato chimico, oltre a fornire informazioni utili a valutare le tendenze a lungo termine delle condizioni naturali e delle concentrazioni di inquinanti derivanti dall’attività antropica, in concomitanza con l’analisi delle pressioni e degli impatti. Il monitoraggio di Sorveglianza viene svolto su tutti i punti di monitoraggio, almeno una volta nell’ambito di un Piano di Gestione del bacino idrografico, prevedendo sia i parametri di base che gli addizionali.

Questa rete di monitoraggio è finalizzata a stabilire lo stato di qualità di tutti i corpi idrici definiti a rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono stato chimico e stabilire la presenza di significative e durature tendenze ascendenti nella concentrazione degli inquinanti. su tutti i punti dei corpi idrici sotterranei sottoposti a questo tipo di monitoraggio si prevede la determinazione dei parametri di base che comprendono anche i nitrati, mentre i parametri delle altre categorie sarebbero selezionati sulla base di un criterio di sito specificità, secondo modalità che tengono conto della presenza delle pressioni gravanti sul territorio e considerando sia i risultati pregressi che quelli del primo ciclo di monitoraggio.

Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola, nelle quali la qualità delle acque è compromessa o rischia di diventarlo, a causa della presenza di pressioni di tipo agricolo. In tali aree è consentito un apporto annuo di azoto di origine zootecnica al campo pari a 170 kg/ha

"Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale"

È stato emanato ad integrazione delle disposizioni di cui alla Parte terza del D.Lgs. 152/06, e definisce misure specifiche per prevenire e controllare l'inquinamento ed il depauperamento delle acque sotterranee, mediante l’ identificazione di criteri per la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei, la definizione di standard di e valori soglia necessari alla valutazione del buono stato chimico delle acque sotterranee, criteri per  l’individuazione delle tendenze significative e l’inversione delle stesse all'aumento dell'inquinamento e per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza, individuazione di criteri per  la classificazione dello stato quantitativo e scelta delle  modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo.

Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell'ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152.

Decreto Ministeriale 6 luglio 2016 GU n. 165 del 16 luglio 2016 “Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l’allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”.

Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

Direttiva 2006/118/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento

Direttiva 91/676/CEE del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

linea guida 155/2017 “Linee guida recanti la procedura da seguire per il calcolo dei valori di fondo per i corpi idrici sotterranei (D.M. 6 luglio 2016)”

linea guida 157/2017 “Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei

linea guida 161/2017 “Linee guida per la valutazione delle tendenze ascendenti e di inversione degli inquinanti delle acque sotterranee (D.M. 6 luglio 2016)”

Il Piano di Gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.lgs 152/06 e ss.mm.iii, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico.

È stato emanato in attuazione delle Legge Delega 308 del 15 dicembre 2004 ed ha riunito e coordinato in un unico corpus la disciplina normativa dei differenti settori del diritto ambientale, introducendo sostanziali modifiche alla legislazione preesistente; in particolare il Titolo II della Parte Terza disciplina, in recepimento alla  Direttiva 2000/60/CE, il tema delle risorse idriche definendo, in particolare, gli obiettivi di qualità che i corpi idrici, superficiali e sotterranei, devono raggiungere. Abroga il previgente decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152.

A seguito all’approvazione del D.lgs. 152/06, sono stati emanati alcuni decreti attuativi, tra cui si segnalano:

  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 16 giugno 2008, n. 131 “Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni)”.
  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 8 novembre 2010, n. 260, “Criteri tecnici per la classificazione – modifica norme tecniche Dlgs 152/06”.
  • Decreto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 27 novembre 2013, n. 156 “Regolamento recante i criteri tecnici per l'identificazione dei corpi idrici artificiali e fortemente modificati per le acque fluviali e lacustri, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo”.

La normativa sulla tutela delle acque superficiali trova il suo principale riferimento nella Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque. In Italia è stata recepita con il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale".

La direttiva persegue obiettivi ambiziosi: prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.

Il Piano di Gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.lgs 152/06 e ss.mm.iii, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico.

Piano di Tutela delle Acque (PTA) è lo strumento di pianificazione per la tutela qualitativa e quantitativa delle acque. La legge regionale n. 26 del 12 dicembre 2003 individua le modalità di approvazione del PTA previsto dalla normativa nazionale.

Il PTA è formato da:

  • Atto di indirizzi, approvato dal Consiglio regionale con delibera n. 929 del 2015, che contiene gli indirizzi strategici regionali in tema di pianificazione delle risorse idriche
  • Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), approvato dalla Giunta regionale, che costituisce, di fatto, il documento di pianificazione e programmazione delle misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Il PTUA 2016 è stato approvato con d.g.r. n. 6990 del 31 luglio 2017, pubblicata sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia n. 36, Serie Ordinaria, del 4 settembre 2017. Il PTUA 2016 costituisce la revisione del PTUA 2006, approvato con d.g.r. n. 2244 del 29 marzo 2006.

Nel 2022 Regione Lombardia ha avviato il percorso di aggiornamento del PTA.

Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche.

Agenzia Europea dell'Ambiente

Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po

Geoportale della Regione Lombardia

Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)

Piano di Gestione 2021 - Piano Acque

PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE

Sistema Informativo Nazionale per la Tutela delle Acque Italiane

Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente

Data ultimo aggiornamento: 03/04/2023

Data ultimo aggiornamento
03/04/2023